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A Montalfano è in programma una centrale a biometano

Impianto da realizzare vicino la fondovalle Treste, non prevista combustione

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CUPELLO - Mentre al centro dell'attenzione c'è la centrale a biomasse in programma a San Buono (leggi), un altro progetto interessa l'entroterra vastese, precisamente Montalfano, frazione di Cupello: una centrale a biometano, dove, quindi non è prevista combustione.

La ditta proponente è la società agricola Cupello Biomasse srl con sede legale a Montalfano, costituitasi nel 2010. Le quote sono ripartite tra Nicola Spinogatti, Alfonso Massi, Baracca Zita (tutti al 17%) e la società Alistec srl (con sede legale a Perugia).

Il terreno individuato, come ci ha confermato il vicesindaco cupellese Fernando Travaglini, si trova a ridosso della fondovalle Treste, di fronte a uno degli impianti Stogit (a qualche centinaio di metri dall'incrocio con la Provinciale 'Trignina').

Sull'argomento l'amministrazione comunale ha convocato un'assemblea pubblica a Montalfano per mercoledì 15 aprile (ore 18.30), con i referenti della società. Questo l'avviso: «Il giorno 15.04.2015 alle ore, 18.30, presso l’ex edificio scolastico di c.da Montalfano, l’amministrazione comunale promuove un pubblico incontro per l’illustrazione e la relativa discussione in merito ad un progetto per la realizzazione di un impianto a biometano alimentato da sottoprodotti agricoli, che dovrebbe essere ubicato sul territorio della contrada. All'incontro parteciperanno tecnici della ditta promotrice la 'Cupello Biomasse', in qualità di relatori. Vista l’importanza degli argomenti trattati si prega di intervenire».

Nella documentazione fornita dalla società si può leggere che: «Il biometano detto anche gas naturale è metano non di estrazione fossile ma prodotto a partire dal biogas derivante dalla digestione anaerobica delle sostanze organiche. Il biometano è a tutti gli effetti un bio-carburante. Rispetto agli altri carburanti di origine fossile, nella combustione non produce particolato e non rilascia tracce di altri idrocarburi. Come nelle altre energie da fonte rinnovabile l’immissione in atmosfera di CO2 (anidride carbonica) è pari a zero, poiché la CO2 immessa nella combustione è pari a quella catturata durante la fase di vita del vegetale».

Poi, la conferma che non è previsto alcun tipo di combustione: «L’impianto non ha emissioni in atmosfera convogliate perché non c’è combustione. Le emissioni odorigene, nel caso dell’uso di reflui zootecnici sono contenute coprendo tutte le vasche di stoccaggio. Il digestato, quale prodotto finale della digestione anaerobica non viene distribuito sui terreni, ma viene compostato per produrre un fertilizzante solido. Non vi è particolare impatto acustico perché non ci sono motori. L’impatto paesaggistico è dato dai volumi che devono essere inseriti nel contesto agricolo con gli adeguati interventi di mitigazione. L’impianto non ha scarichi idrici. Gli unici scarichi sono quelli dei servizi igienici per il personale. Vi è un incremento della viabilità a causa del conferimento dei sottoprodotti. Il bilancio ambientale va fatto tenendo conto della distanza di origine dei sottoprodotti».

Questo l'elenco degli scarti che si prevede di usare per l'alimentazione dell'impianto:
1) Sottoprodotti provenienti da attività agricola e di allevamento
• effluenti zootecnici inclusi quelli bufalini;
• paglia, pula, stocchi;
• residui di campo delle aziende agricole;
• sottoprodotti derivati dall’espianto.

Nel caso di biometano per autotrazione sono considerati sottoprodotto anche i trinciati di sorgo e tabacco energetico.
2) Sottoprodotti provenienti da attività alimentari ed agroindustriali
• sottoprodotti della trasformazione del pomodoro, degli ortaggi e della frutta;
• sottoprodotti della trasformazione delle olive (sanse, sanse di oliva disoleata, acque di vegetazione);
• sottoprodotti della trasformazione dell’uva (vinacce ecc.);
• sottoprodotti della trasformazione delle barbabietole da zucchero;
• sottoprodotti della trasformazione industriale dei cereali, dei frutti oleaginosi del caffè ecc.

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