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La coratella di agnello fritta o in umido: la riscoperta di antiche ricette

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Uno dei piatti preferiti di mio padre era la coratella d’agnello soffritta o in umido.

Alcuni giorni prima di Pasqua si rivolgeva a un pecoraio o a un macellaio di fiducia per acquistare un agnello nostrano intero.  Come per il maiale non si buttava niente. La prima cosa che veniva cucinata era senz’altro la coratella ossia le frattaglie, “li fgatill d’agnell frett o a lu sigu”.  

 

Gli ingredienti erano: una coratella d’agnello, peperoni rossi essiccati, 5 spicchi di aglio, sale e olio di oliva q.b., eventualmente una bottiglia (solitamente di 66 cl) di salsa di pomodoro fatta in casa.

Mia mamma la cucinava in questo modo.

Tagliava la coratella a pezzetti  (più piccoli se li doveva solo friggere e leggermente più grandi se li doveva fare in umido).

Ricopriva una padella di ferro o di alluminio con circa un mezzo dito di olio d’oliva e faceva soffriggere i fegatini, quando cominciavano a rosolare aggiungeva abbondante aglio, 4 peperoni essiccati fatti a pezzi e poco più di un pizzico di  sale grosso. Mamma per questo tipo di pietanze prediligeva il sale grosso al sale fino. Se dovevano restare solo fritti continuava la cottura a fuoco medio. Se voleva farli in umido, aggiungeva la salsa di pomodoro e continuava a cuocere a fuoco basso finché la forchetta non entrava facilmente nei pezzetti di coratella.

Era un piatto molto comune in casa nostra non solo a Pasqua ma anche il resto dell’anno, mamma lo proponeva almeno una volta al mese. D’estate prediligeva la semplice frittura e d’inverno la versione in umido. In entrambi i casi non si poteva non fare la scarpetta. Nel periodo estivo i peperoni essiccati erano sostituiti dai peperoni freschi verdi e rossi coltivati dai miei genitori.

Qualche giorno fa ho proposto questo piatto che apparteneva alla mia infanzia ai miei figli. I grandi hanno gradito, i piccoli solo il pane inzuppato nell’olio.

 Foto da http://www.agritour.te.it/

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