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Palmoli, terra d’amore

La festa di San Valentino

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Sulla collina che domina le vallate del fiume Trigno e del fiume Treste, vive una comunità che dal 1824, conserva le spoglie di San Valentino, prete e martire, decapitato il 14 febbraio del 270 a Roma.

Di nobile casato, una volta divenuto sacerdote, Valentino si diede con ardore al suo apostolato, operando prodigi e conversioni. Fu vittima delle persecuzioni cristiane del tempo.

Alcuni storici ritennero che vi fossero un San Valentino Vescovo di Terni e un san Valentino prete e martire sepolto a Roma, entrambi martiri il 14 febbraio del 270.

Altri studiosi ritennero che San Valentino fosse uno solo, e precisamente il martire romano.

Nella tradizione dei palmolesi San Valentino è innanzitutto, la festa del santo patrono. Tra le manifestazioni popolari che si associano al culto del santo vi è quella definita “Scarica La Ndorcia”.

Dalle descrizioni tramandate, i protagonisti della “Scarica La Ndorcia”, erano i bambini, che accompagnati dalle madri e recanti in mano delle torce di legno a forma di grossa candela (Ndorcie), facevano due giri all’interno della chiesa. Il gruppo gradualmente aumentava, dando vita così ad una processione piuttosto folta di gente, accompagnata dal suono della banda musicale. Alla fine del rito, tutti i partecipanti baciavano il braccio d’argento di San Valentino e davano un’offerta di poche lire.

Questa tradizione è cessata definitivamente qualche anno fa, per far posto alla benedizione dei fanciulli palmolesi.

In seguito padre Beniamino Maurizio, introdusse l’usanza di cospargere il pavimento delal chiesa con foglie d’alloro, come simbolo di potenza, gloria e martirio.

Così ogni anno il 14 febbraio, le famiglie palmolesi si recano nella chiesa di Santa  Maria Delle Grazie alle prime ore del pomeriggio per ricevere una speciale benedizione al termine della quale il santo con le sue reliquie, viene portato in processione per le vie del paese, accompagnato dal suono festoso della banda musicale e a conclusione della festa si può godere dello spettacolo dei fuochi d’artificio.  

 

La redazione ringrazia Tilli Venanzio, Ars Memorandi Palmoli

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