Mia madre parlava con orgoglio della banda del suo paese di origine. Diceva sempre che era una banda famosa in tutta Italia. Quando mio fratello cominciò a girare altre città anche fuori dall’Abruzzo, nel momento in cui diceva che sua mamma era di Casalanguida, molti si esprimevano in questi termini “Ah....! Casalanguida, il paese dei musicisti”.
"La banda di Casalanguida è un fiore all’occhiello del paese. Molte fonti storiche fanno risalire le sue origini al 1849 per volontà di due mecenati del luogo, Carlo Filippo D’Aleo e Michelangelo Piscitelli.
La banda era composta essenzialmente da contadini e artigiani, gente umile che viveva nella precarietà economica e tra innumerevoli difficoltà. Nelle giornate invernali, periodo in cui la banda era a riposo e ogni suonatore dedicava gran parte del tempo libero allo studio del proprio strumento, il paese era avvolto da varie melodie che echeggiavano dalle finestre di ogni casa, così da sembrare un grande conservatorio.
I musicanti durante le tournée dovevano affrontare disagi, pericoli e privazioni di ogni genere, tra cui la separazione dal calore della famiglia. Se si era fortunati si andava tutti stipati sui camion, che negli altri giorni erano serviti per i lavori, in mezzo agli strumenti e agli abiti che si sarebbero dovuti indossare per la serata concertistica. Diversamente, ci si alzava al mattino quando ancora il sole non era sorto e ci si incamminava per ore e ore con gli strumenti e tutto l’occorrente in spalla finché non si era giunti a destinazione. Molti paesi all’epoca erano anche disposti a rinviare la festa pur di assicurarsi una banda di grido.
Il primo direttore della banda di Casalanguida fu Tito Momai,giunto dalla vicina Vasto. Questi nel 1862, cedette la bacchetta ad un famoso maestro dell’epoca borbonica: crisante Del Cioppo, originario di Gessopalena e formatosi al conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli.
Col passare degli anni la banda, riscuoterà, sia in Italia che all’estero, sempre maggiori apprezzamenti e successi. Sulla scia di tali riconoscimenti i “bandisti”, soprattutto giovani, del paesino diventarono così numerosi da dar vita addirittura ad una seconda banda che entrò in competizione con la prima. Si riunificarono non più tardi dell’inizio del XX secolo.
Nel 1889 iniziò la direzione del Maestro concittadino Fioravante Forchetti, grazie al quale la banda raggiunse un livello artistico mai toccato prima. Nel 1906, condusse i musicisti in un’applaudita tournée di cinque mesi in Turchia. Nello stesso anno vinsero il primo premio al concorso di Roma, un autentico trionfo, testimoniato da due autorevoli fonti dell’epoca: IL MESSAGGERO e IL GIORNALE D’ITALIA.
La banda si ricostituisce nel 1919 ancora con un illustre quanto sfortunato maestro locale Alfonso D’Annunzio, che ne rimarrà alla guida fino al 1924. Nel 1925 prende le redini della banda Ludovico Favilla e l’anno successivo il Maestro Attilio Bruni che condusse i musicisti in Liguria per due mesi.
Nel 1930 la bacchetta passò nelle mani del giovane nipote di Alfonso D’Annunzio, l’allora ventottenne Angelo Basilico D’Annunzio, valoroso maestro concertatore che portò la banda denominata “GRAN CONCERTO BANDISTICO CITTA’ DI CASALANGUIDA” ad essere uno dei primi complessi bandistici d’Italia. La diresse fino al 1966. Il maestro D’Annunzio, nei riguardi dei propri musicanti, durante il periodo della concertazione che precedeva le stagioni concertistiche, era assai esigente. I pezzi venivano affrontati con una minuziosità da perfezionista.
Fra il 1932 e il 1970 il complesso rimane sempre nel novero delle migliori formazioni in circolazione. Nel 1951 annoverava 70 elementi nel 1951 alle “Celebrazioni Verdiane” di Teramo. Testimoni diretti raccontano che la Banda è stata una delle prime tra quelle civili ad avere l’onore di esser stata scritturata per una registrazione dalla neonata RAI.
Dal 1967 al 1970 si sviluppa l’ultimo capitolo della storia di questa gloriosa banda, di cui fortunatamente rimane l’esecuzione della Seconda Rapsodia Ungherese di Franz Listz nella nastroteca della sede Rai di Pescara. Negli anni seguenti il corpo bandistico continuò a sussistere, anche se in forma ridotta, grazie all’impegno del prof. Nino Forchetti primo oboe dell’originario complesso bandistico, al quale va il merito di aver forgiato la nuova generazione di musicisti.
In coincidenza con la cessazione dell’attività di direzione del maestro D’Annunzio, tutte le sedi bandistiche della Regione ebbero un progressivo e diffuso affievolimento di entusiasmo per questa forma di arte popolare sostituita dai nuovi messaggi musicali che la radio e la televisione iniziavano a diffondere
Nel periodo clou, la Banda rappresentò, per le fresche generazioni dell’epoca, non solo una valida possibilità di lavoro e sostentamento per buona parte dell’anno, ma per i più dotati, l’accesso in ambite istituzioni musicali dell’intera nazione I Ceccarossi, i Torrebruno, i Pietro Colantonio e Michelangelo Pili (questi ultimi due entrambi di Casalanguida), il Colantonio definito “Il Caruso dei tromboni d’Italia”, il Pili per molti anni titolare del ruolo di “primo basso tuba nell’orchestra della Rai di Torino”, ed altri ancora sono ricordati come “esemplari prodotti” dalle eroiche bande sotto la scuola di grandi, storici maestri. "
Contenuto storico estratto da “La Banda” a cura di Franco Pomilio
http://www.casalanguida.net/1%20CASALANGUIDA/la%20banda.htm