In Abruzzo il nibbio reale è presente esclusivamente in provincia di Chieti, dove raggiunge il limite settentrionale di nidificazione sul fiume Sangro.
In provincia di Chieti si stimano come nidificanti 60-80 coppie.
A dicembre 2011, sono stati censiti 106 esemplari di questa rara specie, presenti come svernanti.
A gennaio 2011, tra Guilmi e Montazzoli, nel vastese, è stato fotografato uno stormo di 122 nibbi reali!
In Italia la distribuzione attuale è assai frammentata, con un numero totale di coppie riproduttive compreso tra 170 e 200 concentrate soprattutto in Italia centro-meridionale (130-150), Sicilia (10-15) e Sardegna (10-20). Una popolazione relitta è presente nel Lazio settentrionale (Monti della Tolfa) con 3-4 coppie riproduttive. E’ stato reintrodotto, sembra con successo, in provincia di Pesaro.
Per la sua rarità, l’area vastese e frentana risulta essere tra le più importanti d’Italia per la conservazione della specie, severamente protetta in tutta Europa.
Il nibbio è sicuramente la specie simbolo del vastese, della Valle del Trigno, del Treste e del Sinello, vista la relativa frequenza e facilità di avvistamento.
Distribuzione del nibbio reale
La specie, per ragioni ancora da chiarire, non nidifica in nessuna altra località abruzzese a nord del Fiume Sangro. I motivi della presenza esclusiva in quest’area d’Abruzzo vanno ricercati nel fatto che le colline boscose del vastese, poco antropizzate, rappresentano l’habitat ideale per le sue specifiche esigenze alimentari e riproduttive.
Un altro motivo potrebbe essere legato al fatto che il nibbio reale è uno dei pochissimi uccelli in grado di volare senza difficoltà anche con vento forte. Non a caso il suo areale di distribuzione attuale sembra coincidere con le zone a maggiore ventosità. Da osservazioni personali, risulta particolarmente attivo nelle giornate ventose e riesce abilmente a “veleggiare” in direzione contraria al vento. E’ ipotizzabile che questa sua capacità rappresenti un vantaggio evolutivo rispetto ai suoi competitors naturali (soprattutto poiane e corvidi).
Minacce alla sopravvivenza del nibbio. Purtroppo la predilezione per le aree ventose si sta trasformando in una minaccia mortale alla sua sopravvivenza. Le aree maggiormente ventose, concentrare nell’Italia centro-meridionale, dagli ultimi decenni, sono oggetto di una massiccia invasione di centrali eoliche.
Il nibbio reale, insieme al nibbio bruno (Milvus migrans), è gravemente minacciato dall’impatto con gli aerogeneratori. In Molise sono state varie collisioni mortali con i giganteschi rotori eolici. I casi scoperti rappresentano solo una spia della dimensione del fenomeno. Infatti, le carcasse degli uccelli morti negli impatti vengono rapidamente predati da volpi e da animali necrofori.
Nel vastese, da Schiavi d’Abruzzo a Roio del Sangro, dal 1998 sono state installate oltre 180 torri eoliche. La società che gestisce le centrali eoliche, nonostante si fregi della certificazione ambientale EMAS, non ha mai effettuato (o non ha divulgato) studi sull’impatto dei propri aerogeneratori sull’avifauna e sui chirotteri, né prima né dopo la realizzazione delle centrali. Ovunque viene richiesto il monitoraggio post impianto per almeno 3 anni! Come minimo, i comuni dovrebbero pretendere un serio monitoraggio degli impatti ambientali sulla fauna, sul territorio e sulla salute dei residenti al rinnovo delle convenzioni!
Ma purtroppo gli organi regionali abruzzesi deputati alla “difesa” dell’ambiente sono troppo lontani….ed evidentemente hanno interessi più importanti rispetto al destino del nibbio reale in provincia di Chieti!
E’ vergognoso che la Regione Abruzzo non abbia preso alcun provvedimento per tutelare il nibbio reale e continui a rilasciare con assoluta superficialità autorizzazioni a nuove centrali eoliche che potrebbero compromettere la specie.
Contro l’Italia e la Regione Abruzzo, l’Unione Europea potrebbe (e dovrebbe) avviare un procedimento di infrazione perché, in riferimento alla conservazione di questa specie, abbiamo dimostrato assoluta incapacità di applicare le normative ambientali in materia di tutela della fauna e degli habitat protetti (Direttive Uccelli e Habitat).