METTETE IN SICUREZZA LA ROTONDA DI VIA DORIA !

UN PO’ DI STORIA SUL SOVRAPPASO DA RIMUOVERE

Orazio Di Stefano
04/02/2023
Attualità
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Le case popolari di San Salvo marina furono costruite nei primissimi anni ottanta e consegnate agli assegnatari a luglio del 1982. Allora il quartiere Icea non c’era e quelle palazzine erano pressocché isolate tra il passaggio a livello prima della vecchia stazione e una Statale che era pericolosa da attraversare. La preoccupazione per i ragazzi che la dovevano attraversare per andare in Parrocchia o al mare e per le signore che dovevano andare a fare la spesa da Roberto Ciccorossi (allora non c’erano i centri commerciali) determinò i primi assegnatari a fare una petizione per chiedere un sovrappasso o un sottopasso alla Statale 16. 

L’ Amministrazione del tempo (sindaco Rinaldo Altieri ed assessore ai lavori pubblici Armando Tomeo) comprese le ragioni della petizione e stanziò 50.000.000 di vecchie lire per realizzare un sovrappasso in cemento armato, affidandone la progettazione all’ Ufficio tecnico comunale. E’ sempre difficile e costoso per i Comuni fare i sottopassi alle strade di grande comunicazione, come le nazionali (per le Ferrovie dello Stato non è stato difficile fare il sottopasso alla strada ferrata e togliere il ricordato passaggio a livello). L’appalto fu vinto dalla nota Impresa Raspa e Mariotti, che realizzò l’opera durante la legislatura successiva (sindaco Arnaldo Mariotti ed assessore ai lavori pubblici Carlo Cardarella), di cui facevo parte pure io.

Ad essere onesti, fin da subito quel sovrappasso non fu molto usato: per le anziane signore (che andavano a fare spesa a piedi) le scale erano troppo ripide e per i giovani del tempo era comunque più facile e scattante continuare ad attraversare la Statale 16. Comunque il sovrappasso c’era, per cui se lì sotto fosse stato investito qualcuno che non lo usava, di certo non si sarebbe potuto accusare le autorità del tempo per aver ignorato il problema.

I problemi arriveranno con la realizzazione della rotonda, realizzata insieme a quella gemella a confine nord:  non incidenti ai pedoni ma otto incidenti ad auto accadranno successivamente, alcuni dei quali mortali. Per la verità un pedone con bici fu investito e perse la vita, il dott. Roberto Festa, che tutti ricordano con molta dolcezza, ma l’incidente si verificò nell’altra rotonda che è ben più attraversata di questa di Via Doria, per via della pista ciclabile. Per la cronaca, dopo la nascita del Quartiere Icea l’Amministrazione Marchese (con Luciano Cilli ai lavori pubblici) realizzò un altro sovrappasso, con materiale molto meno impattante e con un’idea progettuale più innovativa, che ne rendeva la percorribilità tanto più dolce. Evidentemente i progettisti fecero tesoro dell’esperienza più a sud, anche perché il Comune aveva stanziato ben più di 25.000 euro (cioè i 50.000.000 di lire messi a disposizione nell’ 81). Se non ricordo male, credo che il Consiglio comunale all’ unanimità decise di usare i fondi propri degli oneri di urbanizzazione, senza fare richieste di mutuo alla Cassa depositi e prestiti: forse la ratio era di fare in fretta, per rimuovere l’attraversamento pedonale ritenuto pericoloso da tutti.

Tornando alla rotonda, essa comunque rallentò il traffico e quindi mise ulteriormente in sicurezza gli attraversamenti pedonali, motivo per cui da molto tempo nessuno più usa il sovrappasso, che a sto punto andrebbe rimosso. A che serve ancora, se non a costituire barriera di cemento su cui si schiantano macchine e camion?

Chiediamoci, però, dove finiranno, i mezzi che non vedono la rotonda e la “attraversano” a forte velocità, una volta rimosso il sovrappasso? Non si può dire, di certo non contro i pilastri macchiati di sangue; gli incidenti potrebbero continuare, perché la loro causa eziologica non è il sovrappasso ma la rotonda e la velocità. Non so cosa altro si possa fare per rendere la prima più visibile, ma si potrebbero usare rallentatori e separatori di corsie, come fatto a Vasto marina nei pressi del Sabrina. 

Ps Ho cercato di dare qualche elemento per un dibattito. A proposito, perché non si porta il problema in Consiglio comunale e se ne parla seriamente, magari con l’ausilio dei tecnici?

 

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