“Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria” è un noto principio della meccanica. Che però può essere applicato anche alla politica. Vediamo perché…
Nell’editoriale politico, della settimana scorsa Ucci ucci, qui c’è sentor di halligallucci avevamo elencato sette distinti fatti accaduti al Comune di San Salvo, paragonandoli alle sette note “musicali”, per “paventare” un possibile halli galli, cioè uno spostamento di personaggi da destra, in continuità con quanto registrato nell’ultimo anno e mezzo. Non siamo ancora all’halli galli vero e proprio (per capirci il passo doble da destra a sinistra, tipo quello che hanno ballato Nicola Argirò, Clementina De Virgiliis, Tonino Marcello, Fabio Raspa e quasi il 20% dell’elettorato dal 2017 al 2022), ma qualcosa comincia a muoversi, dopo che il 7 luglio l’indiscrezione giornalistica del Centro (sull’ ingresso del presidente del Consiglio comunale in Fratelli d’Italia) è diventata LA NOTIZIA, attraverso l’ufficializzazione in conferenza stampa del passaggio dello stesso presidente e del consigliere Claudio Mastronardi.
A 5 giorni di distanza si registra quel che può essere letto come reazione a quell’azione: Nicola Di Ninni, capogruppo della Lista della Magnacca, è entrato in Forza Italia. E 5 domande sorgono spontanee:
- Resteranno tutti e tre nella Lista in cui furono eletti (San Salvo Città Nuova)? Sarebbe quanto meno originale che essa possa avere al suo interno due esponenti di Fratelli d’Italia (nella cui lista regionale sarà candidata Tiziana Magnacca) e il capogruppo neo esponente di Forza Italia (nella cui lista sarà candidato il consigliere uscente Manuele Marcovecchio, che ha patrocinato l’operazione e nel cui staff il Dott. Di Ninni è incardinato);
- Troveranno una “quadra” (per dirla alla Bossi) la Magnacca e Di Ninni nei prossimi mesi elettorali che farà “salva” la loro attività nella medesima lista o la scontata competizione tra i due candidati li porterà a “confliggere”?
- Cosa faranno, a questo punto, i decani dei consiglieri Alfonso Di Toro e Giancarlo Lippis, che, oltre ad essere esperti, hanno pure dotazioni elettorali da poter trasferire?
- I loro eventuali endorsement elettorali (ma anche quelli dei loro colleghi meno “pesanti”) incideranno sugli equilibri interni di maggioranza?
- Il sindaco si schiererà con una delle parti o sarà elemento conciliativo tra gli alleati/rivali, facendo tesoro di quando è accaduto di recente al Civeta, azienda con 40 milioni di fondi Pnrr da spendere e dove ha “perso” la presidenza, solo perché ha sbagliato lo schieramento?