Gianluca Zelli, leader di Azione politica, e Tonino Marcello, coordinatore provinciale dello stesso Movimento, hanno ufficializzato la candidatura del “loro” capogruppo in Consiglio comunale Nicola Argirò. Si tratta, dunque, del primo sansalvese che sicuramente sarà candidato alle prossime regionali dell’11 di marzo ’24. Argirò correrà nella lista della Lega, avendo quest’ultima firmato un Patto federativo con Azione politica. L’altra sansalvese che sicuramente sarà candidata alle regionali sarà Tiziana Magnacca, che del Consiglio comunale è il presidente e correrà molto probabilmente in Fratelli d’Italia, partito nel quale è approdata ultimamente.
Non sapendo al momento se vi saranno altre candidature sansalvesi, ci occupiamo per ora solo di questi due candidati sicuri e paralleli, ma così tanto paralleli che probabilmente non si incontreranno mai…anche se in politica mai dire mai. Va detto che Argirò - Magnacca paralleli lo sono diventati negli ultimi sei -sette anni, perché prima erano perpendicolari, anzi di più: generativi. Infatti possiamo dire che Argirò della Magnacca è stato il “padre politico”, avendola candidata nel 2007 nella “sua” lista civica, in cui lei fu per la prima volta eletta consigliere di minoranza.
Queste le tappe successive a quell’elezione, di cui Nicola Argirò era stato il candidato sindaco del centrodestra: la Magnacca diventa da subito la “passionaria” dell’Opposizione contro il centrosinistra che cade sul bilancio sei mesi prima della scadenza; alle comunali successive (2017) Tiziana Magnacca viene eletta sindaco ed Argirò “consigliere anziano”, riportando più preferenze di tutti, tanto che deve assumere la prima presidenza del Consiglio comunale, dove viene poi eletto dagli 11 consiglieri di centrodestra Eugenio Spadano. Questo anche perché Argirò nel 2017 è consigliere regionale e non ha alcun interesse ad accaparrare ruoli, perché è sempre stato contro il cumulo delle cariche: nel 2007, per esempio, stando in Provincia, aveva lasciato il seggio di consigliere comunale a Giancarlo Lippis, primo dei non eletti nella stessa lista della Magnacca.
Terminata l' esperienza alla Regione, l’ingresso di Argirò nella prima Giunta comunale di centrodestra avrebbe sicuramente consolidato quell’esperienza, ma la nomina da assessore non arriverà mai. E lui, dunque, resta fuori dalla politica e dagli incarichi. Anche quando sembra in procinto di entrare all’ Arap servizi, viene silurata per un pesante veto proprio della sindaca.
Il resto è storia recente: il coordinatore provinciale di Azione politica Tonino Marcello, pure lui in rotta con la Magnacca (per la fregatura subìta alle regionali del 2019, quando la concorrenziale candidatura di Maria Travaglini gli fa perdere il seggio all’Emiciclo), convince Argirò a candidarsi prima a sostegno di Fabio Travaglini e poi ad entrare nel Movimento civico di Zelli. “Nichi” fa il grande passo ed ora è candidato alla Regione pure lui.
Il candidato, durante la presentazione al Gabry, ha detto che per coerenza resterà all’Opposizione a San Salvo “dove l’hanno messo i cittadini”. Come suo costume, farà una campagna elettorale sobria e misurata. Tuttavia non c’è dubbio che insedierà l’elettorato della Regina delle…preferenze, perché chi è di destra e non vorrà votare la presidente del Consiglio comunale ovviamente si indirizzerà verso colui che è stato leader del centrodestra prima di lei. La quale, peraltro, sarà insidiata anche dal consigliere regionale uscente Manuele Marcovecchio, altro autorevole candidato del centrodestra, sostenuto dai “colleghi di maggioranza” Nicola Di Ninni e Alfonso Di Toro. Quest’ultimo, due giorni fa, durante il Consiglio comunale, ha “marcato” le distanze dall’Amministrazione De Nicolis – Magnacca nell’intervento il cui video pubblichiamo a parte. Le parole di Di Toro sembravano riecheggiare quelle di Argirò (“programmazione…programmazione”), anche se il primo ha votato favorevole e il secondo no. Però sulla bocciatura della proposta Sabam, sia Di Toro che Argirò sono usciti dall’aula, insieme al Pd di Antonio Boschetti, in totale contrasto con i 9 di maggioranza rimasti in aula.