"SLOGAN UNICO DEL P.U.L. (PARTITO UNICO LIBERALE) PER LE REGIONALI 2024: DISTRUGGEREMO L’ABRUZZO!"

Antonio Felice, Comitato centrale Partito comunista
05/02/2024
Attualità
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“Presente”, “Coerente”, “Lavoro e Territorio”, “L’Abruzzo che non si ferma”, “L’Abruzzo Cammina”, “Abbiamo un lavoro da finire”, “L’Abruzzo merita molto di più”, sono questi alcuni degli slogan utilizzati dai candidati alle Elezioni Regionali del 10 marzo. Ma tutti con un imperativo da rispettare: DISTRUGGERE L’ABRUZZO.
Infatti, oltre alle già decine di impianti di biometano esistenti uno nuovo se ne aggiunge, quello di Cerratina a Lanciano che brucerà 55mila tonnellate annue di rifiuto (40mila tonnellate di rifiuti organici e 15mila tonnellate di scarti agricoli).
Abbiamo già detto diverse volte i motivi che ci inducono a contrastare questa scelta: impianti che al netto dei contributi statali sarebbero in perdita; aumento dell’inquinamento e di rilascio nell’atmosfera di sostanze altamente cancerogene; distruzione della nostra agricoltura (vedi direttiva della Regione Emilia Romagna); pochissimi metricubi di metano immesso nella nostra rete; in contraddizione con le direttive europee sull’economia circolare e su quelle sulla transizione ecologica (il biometano ha la stessa composizione del metano fossile).
C’è da rilevare altri aspetti:
1. questo sarà il terzo impianto di biometano nel raggio di poco meno di 50 km;
2. tutti gli impianti bruceranno all’incirca 40mila tonnellate annue di rifiuto organico a fronte di una produzione complessiva della Regione Abruzzo di 160mila tonnellate.
E qui non può che sorgere una domanda: DA CHI IMPORTIAMO I RIFIUTI ORGANICI? 
Ma non è finita qui, perché il 9 gennaio è stato presentato al VIA nazionale il progetto, da parte di LNEnergy, azienda del gas statunitense di sfruttare la concessione concessa dal Governo Draghi e confermata dal Governo Meloni, di estrazione del metano nel Lago di Bomba e non solo.
Bomba, Archi, Roccascalegna, Torricella Peligna, Pennadomo, Villa Santa Maria, Atessa, Colledimezzo, Montebello sul Sangro sono i Comuni interessati e che verranno “trivellati” per estrarre un gas molto scadente, ricco di zolfo e per questo intrasportabile perché altamente infiammabile. Per sopperire a questo “inconveniente” il progetto presentato da LNEnergy dell’imprenditore statunitense Mark Frascogna, che negli anni ha già cambiato nome quattro volte alla sua società, si “inventa” la trasformazione in gas liquefatto (GNL), che presuppone un impianto di trasformazione che verrà ubicato (secondo il progetto presentato) a ridosso dei due pozzi Monte Pallano 1 e 2 per un’estensione (provvisoria e quindi con possibilità di allargamento) di quindicimila metri quadri e distante appena 1 km dalla diga di Bomba e proprio a ridosso della strada Fondo Valle Sangro.
È bene notare che l’AGIP, che aveva la concessione e che aveva provveduto alla perforazione dei pozzi Monte Pallano 1 e 2, si è vista costretta a rinunciare per tutte le criticità che presentava il sito e che sono note da decenni.
Problemi geologici di subsidenza, ovvero il lento sprofondamento del fondo marino e continentale, che metterebbe a repentaglio la sicurezza della diga. Inoltre, la composizione del Gas ricco di Azoto e Zolfo immetterebbe nell’atmosfera sostanze cancerogene che sommate a quelle che verrebbero utilizzate per la criogenizzazione del gas per trasformalo dallo stato gassoso a quello liquido, renderebbe la zona in questione una vera e propria “bomba ecologica” pronta a scoppiare.
La stessa LNEnergy è consapevole che verranno rilasciate nell’atmosfera sostanze chimiche pericolose per la salute e per l’ambiente, difatti nel progetto è evidenziato che “l’area è scarsamente abitata” e che si utilizzerà “le migliori tecnologie” per l’abbattimento delle sostanze gassose rilasciate nell’atmosfera ma senza nessuna garanzia e nessun dato sulla quantità.
La “fumosità” di questo progetto è inoltre rilevabile dal fatto che vengono indicate le quantità annue di gas estratto e liquefatto, ma senza alcun dato circa la durata, ovvero sulla capacità complessiva dei pozzi.
Pericoloso, inquinante, insalubre sono solo alcuni aggettivi che possono descrivere questo progetto.
Inaffidabile e fumoso sono quelli per la società che lo vuole realizzare.
Con questi argomenti inviteremo la popolazione del Sangro e della Provincia di Chieti ad opporsi energicamente a questi progetti che stanno trasformando “L’Abruzzo Verde” in “Abruzzo grigio”, un grigio molto scuro sia per l’ambiente, ma soprattutto per la salute degli abruzzesi.

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