Altra interessante iniziativa da poco conclusa dal Centro studi montagna vastese e valle del Trigno in collaborazione con Francesco D’Ingiullo e le scuole del Vastese. Dopo il Laboratorio sulle biodiversità, sono arrivati da poco al termine i Laboratori di cesteria che hanno coinvolto i bambini e le maestre delle primarie di Guilmi, Carpineto Sinello e Gissi.
Per ogni classe ci sono stati tre incontri della durata di due ore ciascuno durante le quali gli scolari hanno imparato a maneggiare gli elementi naturali alla base della lavorazione dei cesti: salice, foglie di tifa e rami di ginestra. Durante le lezioni le classi non hanno potuto far a meno di notare la relativa semplicità nella costruzione, nei materiali e nello smaltimento dei cesti rispetto a contenitori di largo consumo in plastica e altri materiali.
Sono state, inoltre, esaminate altre tipologie di piante utili alla creazione di cesti, magari dopo qualche accorgimento preparatorio. Le classi di Carpineto e Guilmi hanno inoltre fatto esperienza sul campo con uscite lungo il fiume Sinello.
Intrecciando intrecciando nel primo incontro è stato realizzato il fondo del cestino, mentre durante il secondo si è cercato di completarlo – anche con l’aiuto delle maestre – con tecniche un po’ più complesse e con l’ausilio di attrezzature didattiche appositamente preparate.
Nell’ultimo incontro, gli alunni di Gissi – che non sono usciti all’aperto – hanno visionato una presentazione fotografica sui tipi d’intreccio presenti in altri comuni della provincia e in altri regioni d’Italia e aree del mondo. Sono stati presentati anche diversi cestai italiani.
«È stata l’occasione – spiega D’Ingiullo – per far notare l'utilità di apprendere le tecniche d'intreccio perché sicuramente l'attività di un cestaio può trovare una corrispondenza nell'economia locale e, in particolare, può essere perseguita anche fino a tardissima età, proprio come dimostravano le foto dei cestai».
Infine, un'ultima carrellata mostrava l'uso in particolare di salici e canne in edilizia con fotografie scattate in vari paesi d'Europa. In particolare poi una foto ha colpito i bambini ed era quella relativa al progetto Archintreccio, che unisce le tecniche d'intreccio assieme a quelle della costruzione in terra cruda.
Una nuova esperienza, che conferma il Centro studi montagna vastese e valle del Trigno in prima linea nell’educazione ambientale e nel far riscoprire antichi usi e mestieri ormai abbandonati.