Negli ambienti politici e sportivi, in questi ultimi giorni, non si parla altro che di una questione: l’affidamento del campo sportivo di Via Stingi o meglio il suo mancato riaffidamento.
- il 24 agosto scorso è scaduto il precedente affidamento allo Sporting;
- il 22 agosto era scaduto il termine di presentazione delle offerte per la nuova gestione, a cui hanno partecipato la Us San Salvo e gli Aquilotti;
- e già qui ci sarebbe di capire perché il vecchio gestore non ha partecipato alla nuova gara. Ma tant’è: se lo Sporting, però, pensava di essersene “liberato” si sbagliava, perché è stato convocato in Comune e si è sentito chiedere di continuare la gestione per qualche mese (tre o sei…);
A sto punto, c’è da capire perché, a distanza di venti giorni, non sia ancora stato sottoscritto il nuovo affidamento e si sia chiesto allo Sporting di continuare per alcuni mesi. Due le ipotesi che si sentono in giro:
- il problema sarebbe tecnico, come dicono soprattutto i politici. Ma si sa che quando la politica non riesce a risolvere i problemi mette la colpa ai funzionari che sbaglierebbero a fare le gare. E’ davvero sbagliata la gara? La legge, se fosse per davvero così, prevede la revoca in autotutela. Ma pare che nessuno se la senta di assumere un provvedimento del genere.
- il problema sarebbe puramente politico, perché la vittoria della gare e, quindi, l’affidamento sia pur legittimo ad una società farebbe arrabbiare l’altra e la cosa potrebbe avere ricadute sul piano elettorale. Come è noto, la vituperata Legge Bassanini dispone la separatezza tra indirizzo e gestione, motivo per cui nessun politico si potrebbe permettere di andare da un funzionario e dirgli chi deve vincere o non vincere una gara: commetterebbe un reato, aggravato da quel che si chiama turbativa d’asta, laddove le buste fossero state aperte. Ma da queste parti, Franco Bassanini non è molto conosciuto…
Conoscendo le dinamiche della Pubblica amministrazione, proviamo ad approfondire la questione sia in un caso che nell’altro.
Se il problema è davvero tecnico, creato da tecnici, il dubbio che ci viene è perché non lo si lasci risolvere ai tecnici. Come detto, è la stessa Legge a consentire eventuali correzioni. Il punto è che i tecnici spesso hanno timori (più o meno giustificati: se revoco, mi posso beccare la denuncia da chi aveva vinto; se non revoco me la posso beccare da chi aveva perso; se non faccio niente me la posso beccare dall’Opposizione; se faccio di testa mia, si incavola chi comanda e la prossima volta la dirigenza me la posso scordare). Però l’ordinamento prevede dei meccanismi normativi che non contemplano la psicologia del dirigente. E questo gli avvocati lo sanno. Ma ci sono i “furbi” che si divertono a giocare sulle altrui debolezze psicologiche.
Se il problema è politico, che stanno creando i politici per non scontentare la parte soccombente, allora occhio. Non solo perché intromettersi nella gestione amministrativa potrebbe far scattare qualche ipotesi di reato, ma ci si esporrebbe anche a conseguenze politiche: in una situazione precaria come l’attuale con le tre dissidenze (Di Toro, Di Ninni e Lippis) che non ancora “rientrano” farsi qualche altro nemico interno aggraverebbe ancor più la precaria situazione politica.
Concludendo, alla luce di quanto riferito ed approfondito, si può dire che l’Amministrazione De Nicolis (e la cosa ci dispiace proprio) è davvero nata sotto una cattiva stella: mo pure sul calcio ha problemi…hai voglia a rifare campi e corposi investimenti se poi scivoli su un “semplice” affidamento, peraltro nel silenzio assordante del consigliere delegato allo sport (in foto).