Ombrina Mare, progetto bocciato e zero risarcimenti alla Rockhopper

L’Italia vince l'arbitrato internazionale contro la multinazionale proponente

Alessio Di Florio
04/06/2025
Territorio
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Centomila presenze in due manifestazioni, a Pescara nel 2013 (40.000) e a Lanciano nel 2015 (60.000). Ombrina Mare 2, progetto petrolifero al largo della costa teatina, è nome legato ad una stagione di ampia partecipazione sociale all’opposizione a quella che i movimenti ambientalisti definirono “deriva petrolifera”. Tutto iniziò, nel 2007, contro il progetto del Centro Oli ad Ortona, primo di una lunghissima lista di progetti di estrazione a terra e a mare contro cui si espresse un vastissimo fronte di associazioni, cittadini, istituzioni e partiti politici. Nel 2007 erano pochissimi i no al progetto ortonese, otto anni dopo alla manifestazione di Lanciano parteciparono praticamente tutti i partiti politici e le istituzioni locali e persino la Chiesa cattolica.

Dopo il disastro al largo del Golfo del Messico nel 2010 l’Italia cambiò la legge sulle concessioni, imponendo un limite a quelle in mare, e l’iter autorizzativo di Ombrina Mare 2 si bloccò. Due anni dopo il governo Monti con un decreto dell’allora ministro Corrado Passera eliminò questo limite e l’iter fu riavviato. Partì la vasta opposizione popolare che culminò nelle due manifestazioni e portò ad un nuovo cambio di rotta che portò alla bocciatura definitiva del progetto. La Rockhopper, multinazionale proponente, dopo qualche anno decise di trascinare l’Italia in un arbitrato internazionale sulla base del Trattato della Carta dell’Energia, nonostante il nostro Paese ne era uscito anni prima. Ad agosto 2022 l’Italia fu condannata a risarcire 190 milioni di euro alla multinazionale. Lo Stato italiano ha presentato appello contro questa condanna in base al Trattato Internazionale per il Regolamento delle Controversie relative agli Investimenti. Appello che è stato vinto dall’Italia portando così all’annullamento della condanna a risarcire la Rockhopper. La notizia è stata resa nota dalla stessa multinazionale.

«La questione del risarcimento da 190 milioni di euro aveva avuto una vasta eco in Italia dove, invece di contestare le folli clausole capestro contenute nel Trattato dell'Energia improvvidamente firmato a metà anni '90 dai nostri governanti, era stata montata ad arte una feroce critica alla sacrosanta protesta anti-trivelle del popolo abruzzese – ha sottolineato Augusto De Sanctis, Forum H2O - Avevamo ragione allora a contestare sia la deriva fossile, in piena epoca di crisi climatica, sia il trattato dell'Energia, da cui poi si è ritirata pure la UE. Il clima non lo si difende a chiacchiere o addirittura scavando nuovi pozzi di petrolio per giunta in un mare chiuso come l'Adriatico; serve invece abbandonare subito tutte le fossili».

«Con grande gioia oggi possiamo festeggiare la sconfitta della società petrolifera Rockhopper che aveva chiesto un risarcimento di 190 milioni di euro all’Italia: riceveranno 0 euro e non potranno più ricattare la nostra comunità come avevano fatto – esulta alla notizia della cancellazione del risarcimento Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Rivendico con orgoglio che siamo riusciti a fermare il devastante progetto di una gigantesca raffineria galleggiante Ombrina 2 davanti al Parco della Costa Teatina solo grazie a un meravigliosa mobilitazione popolare No Ombrina che ha costretto tutte le forze politiche nazionali a dire no».

«Vorrei abbracciare tutte le persone con cui abbiamo condiviso una lunga lotta ecologista e comunitaria in difesa dei beni comuni, del nostro mare e della nostra terra, dall’irresponsabilità politica e dal saccheggio di un capitalismo predatorio – conclude Acerbo - La lotta contro il progetto Ombrina2 è stata (come quella contro la Sangrochimica ngli anni ’70) ha dimostrato che il popolo unito può vincere e con lo stesso spirito invito domenica e lunedì ad andare a votare in massa per i referendum».    

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