Ferie di ferragosto, anno 1976…
35 gradi fuori, sedili di plastica roventi, e zero aria condizionata. Avevo 20 anni, una piccola Fiat 126 bianca, amica di tanti viaggi europei, con i finestrini posteriori sigillati, senza airbag o sicurezza moderna. Per sterzare serviva la forza dell’età, l’accensione era una levetta da tirare a mano, niente Start & Stop, solo il rumore autentico del motore che prendeva vita. La benzina costava meno di 400 lire — venti centesimi di pura nostalgia — e quel puzzo acre dei motori a due tempi impregnava l’aria.
Sudavamo come cavalli, ma c’era sempre l’anguria fresca e i ventilatori a salvarci. Alla radio risuonavano i tormentoni dell’estate: “Non si può morire dentro” di Gianni Bella, “Margherita” di Riccardo Cocciante, “Europa” dei Santana, e “Fernando” degli ABBA.
Il Torino dominava e vinceva il campionato in Serie A, il gelato costava 200 lire, appena dieci centesimi, e al cinema si vedevano capolavori come “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, “L’esorcista”, “Taxi Driver”. Il Partito Comunista Italiano, guidato da Enrico Berlinguer, conquistava consensi e speranze. Il marco tedesco valeva 600 lire e la prima serie della Golf Turbo Diesel Volkswagen costava meno di sei milioni di lire - meno di tremila euro. Per le strade la bici Colnago Super era un gioiello. Più in là, con la Guzzi 850 Le Mans avevo il vento sul viso e quell’aria calda dell’estate si faceva sentire solo quando arrivavano i temporali rari, quasi magici.
Con gli amici eravamo sempre felici. In quei giorni, tra sudore, musica e sogni, imparavamo il valore del presente, dell’amicizia, e della spensieratezza. Buone ferie a tutti e che siano fresche di ricordi e calde di emozioni.
Luciano Del Plavignano