A 39 anni, il Pallone d'Oro croato corona il suo desiderio d'infanzia: "Sono qui per vincere, non per l'ultimo ballo"
Il volto racconta storie che le parole da sole non potrebbero esprimere. Quando Luka Modric si presenta nella sala conferenze di Milanello, le rughe sul suo viso narrano un'epopea personale fatta di sofferenza, resilienza e trionfi che oggi trova il suo epilogo più romantico proprio con quella maglia che da bambino sognava indossare. Un cerchio che si chiude, una favola che si compie, ma soprattutto l'inizio di una nuova sfida per un campione che, nonostante i quasi quarant'anni, non ha alcuna intenzione di appendere gli scarpini al chiodo.
Dal parcheggio dell'hotel al palcoscenico mondiale
La storia di Modric inizia in un parcheggio di un albergo a Zara, rifugio per la sua famiglia dopo che la guerra nei Balcani aveva distrutto la loro casa e strappato via il nonno, ucciso dai serbi. Proprio quel nonno si chiamava Luka, un nome ereditato che ora brilla nella storia del calcio mondiale.
In quel parcheggio, un bambino croato palleggiava sognando San Siro e il Milan degli invincibili. Nessuno avrebbe potuto immaginare che quel ragazzino avrebbe un giorno conquistato sei Champions League e ben 28 trofei complessivi, diventando Pallone d'Oro e icona indiscussa del Real Madrid.
"Questo club non è fatto per la mediocrità", afferma con decisione durante la sua presentazione. "Non ci si può accontentare della qualificazione alla Champions, deve essere l'obiettivo minimo. Al Milan si deve lottare per i trofei, è per questo che sono venuto qui. Vincere è il mio obiettivo e deve esserlo per tutti".
Un leader per la rinascita rossonera
A settembre compirà quarant'anni e ha firmato un contratto di un anno con opzione per un secondo, a 3,5 milioni netti. La dirigenza milanista, con in testa Massimiliano Allegri e il direttore sportivo Igli Tare, è convinta che la classe cristallina e la leadership di Modric saranno fondamentali non solo in campo ma soprattutto nello spogliatoio, seguendo le orme di quanto fece Zlatan Ibrahimovic nel suo ritorno del 2020.
"Riportare lo scudetto come ha fatto Zlatan? Non vedo perché non potrebbe risuccedere, ne sarei felicissimo", sorride il fuoriclasse, accompagnato dalla moglie Vanja e dai figli Ivano, Ema e Sofia. "Anche Carlo Ancelotti mi ha detto cose meravigliose su questo club. So che le aspettative sono altissime. Non c'è problema, raccolgo questa sfida. Oltre all'esperienza, porto passione e umiltà".
La versatilità tattica del croato sarà una risorsa preziosa per Allegri, che potrà impiegarlo come regista, mezzala o trequartista a seconda delle necessità. Un jolly di lusso che verrà ovviamente dosato con attenzione, ma che sarà un titolare a tutti gli effetti.
"Allegri è un vincente, uno dei migliori al mondo. Io lavoro per la squadra, solo insieme si ottengono risultati", taglia corto Luka, descritto come straordinariamente motivato da chi gli è stato vicino in questi primi giorni milanisti.
Oltre il campo: l'effetto Modric
L'impatto del croato si è già fatto sentire al di fuori del rettangolo verde. Allo store ufficiale nel centro di Milano, almeno mille tifosi si sono presentati per accoglierlo, testimoniando l'entusiasmo che il suo arrivo ha generato nell'ambiente rossonero, simile a quello che si respira quando i fan seguono le loro squadre su piattaforme specializzate come lottomatica affiliazione punti vendita.
Ma l'effetto Modric più importante dovrà manifestarsi sul campo e nello spogliatoio. Il Milan punta sulla sua capacità di essere mentore per i più giovani, con il possibile arrivo di Jashari che potrebbe rappresentare il suo "bodyguard" ideale a centrocampo, garantendogli la copertura necessaria per esprimere la sua qualità.
Per il croato si tratta di una doppia missione finale: riportare il Diavolo in alto e guadagnarsi un posto per il Mondiale 2026, quando avrà 41 anni. Una sfida quasi impossibile che però sembra perfetta per un uomo abituato a trasformare i sogni in realtà.
"Ora penso solo al presente", sorride Luka, consapevole che il suo arrivo ha riacceso l'entusiasmo in una piazza che attendeva un segnale forte dopo stagioni deludenti. Un entusiasmo che si riflette anche nelle categorie minori del calcio italiano, dove squadre come Real Casale e Roccaspinalveti si preparano alla nuova stagione di Promozione con la stessa passione e dedizione che anima i grandi club, dimostrando come il calcio italiano viva di emozioni a tutti i livelli.
Il "bambino del parcheggio" che scacciava gli incubi della guerra sognando il Milan è diventato un campione che oggi indossa quella maglia con orgoglio. E non è venuto per fare la comparsa o per un giro d'onore. È venuto per vincere, come ha sempre fatto.