Casa Lavoro di Vasto: sequestrati droga, coltello e punteruolo, due agenti aggrediti

L’accaduto è stato reso noto da Mauro Nardella, segretario nazionale del Coordinamento Nazionale di Polizia Penitenziaria – Sindacato di Polizia Penitenziaria

Alessio Di Florio
28/10/2025
Arte
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Un punteruolo, un coltello rudimentale e 270 grammi di hashish. È quanto sequestrato all’interno della Casa Lavoro di Vasto. Durante le perquisizioni due agenti della polizia penitenziaria sono stati aggrediti da alcuni internati. Un’aggressione che non ha avuto particolari conseguenze gravi, gli agenti sono stati soccorsi e sono state riscontrate solo piccole contusioni. In sei mesi è la quarta aggressione nell’istituto vastese ad agenti della polizia penitenziaria da parte di internati.  

Il sequestro è stato realizzato al termine di un’operazione di perquisizione straordinaria comandata dal Dirigente di Polizia Penitenziaria Sandro Sabatini e portata a termine da 7 baschi blu.

La perquisizione è avvenuta nella sezione al primo Piano internati della Casa Lavoro. «È stata il frutto di tecniche maturate in anni di esperienza e, cosa assai importante, senza l'utilizzo di cani antidroga» riporta Mauro Nardella, segretario nazionale del Coordinamento Nazionale di Polizia Penitenziaria – Sindacato di Polizia Penitenziaria. 

«Quando si coniuga acume e capacità operativa come nel caso dell'operazione antidroga portata a termine ieri presso la Casa Lavoro si possono raggiungere obiettivi altrimenti riconducibili al limite dell'impossibile» il commento del dirigente sindacale. 

«L’abbandono a cui soggiacciono i reclusori e alle privazioni di risorse personali e materiali al quale sono stati assoggettati in anni di tagli» è la situazione descritta da Nardella. Una situazione che, evidenzia il dirigente del Sindacato di Polizia Penitenziaria è comune a tutti gli istituti penali. «Non esistono carceri private di queste dinamiche e più passa il tempo e peggio sembra divenire il clima che si vive all’interno delle stesse, bisognerà fare molto se non si vorrà parlare ancora di catafascio» l’amara riflessione di Nardella. 

«Quello che è successo al carcere di Vasto rappresenta solo la punta di un iceberg – l’analisi della situazione elaborata dal segretario nazionale del sindacato - L’innata capacità dimostra dai bravissimi colleghi dell’istituto abruzzese e da quelli di diversi altri istituti di pena italiani nel recuperare quantitativi di droga che mai si penserebbe potessero entrare così facilmente  in un luogo chiuso qual è il carcere, non può comunque colmare il vuoto lasciato da anni di immobilismo e destrutturazione del sistema penitenziario».

Sottrarre dalla detenzione negli istituti i detenuti tossicodipendenti, aumentare il personale della polizia penitenziaria, dotare ogni istituto di unità cinofile propone il dirigente nazionale del Sindacato di Polizia Penitenziaria. 

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