I lavoratori di Golden Lady e Canali chiedono una ricetta per la Val Sinello

Per Damiano «riprogettare la Regione»

Antonino Dolce
26/10/2013
Attualità
Condividi su:

GISSI – «Val Sinello: senza calze, senza scarpe, senza pantaloni?? Non ve lo permetteremo». È uno dei tanti striscioni presenti ieri nella zona industriale di Gissi. Racchiude in poche righe tutto quello che accade in una delle zone del Vastese più colpite dalla crisi che rischia di restare presto completamente ‘nuda’.
In attesa dell’onorevole Cesare Damiano, nel piazzale dell’ex Golden Lady erano presenti sia gli ex dipendenti di Nerino Grassi, sia quelli del gruppo Canali; dopo la fuga della Golden e il fallimento della riconversione, ora a rischio ci sono i 97 dipendenti del Pantalonificio d’Abruzzo.
La proposta di riconversione che sembrava a buon punto – di cui si è occupata la Wollo – è saltata all’improvviso: il marchio Max Mara non riprenderà lo stabilimento, mentre Canali non torna sulla decisione di chiudere a fine anno.

È stata la prima uscita ‘pubblica per le lavoratrici del Pantalonificio. L’occasione è stata quella del convegno del Partito Democratico provinciale sulla crisi lavorativa nel Vastese. Tra i relatori ci sono alcuni sindaci della zona, gli onorevoli Maria Amato e Cesare Damiano (ex ministro del Lavoro nel governo Prodi) e alcuni rappresentanti di Regione e Provincia. Assente – se pur invitato – il presidente Gianni Chiodi (a Roma per altri impegni).

RICHIESTE D’AIUTO – Una folla di lavoratori così numerosa non si vedeva da tempo. È però una folla in cerca di concretezza e non slogan elettorali. Lo si capisce anche dai cartelli esposti: «Nessun lavoro, nessun voto!» «Meno parole, più fatti» «No ammortizzatori, sì lavoro» «Per 50 di noi restano solo 8 mesi di ammortizzatori, dopo c’è il nulla. Chi penserà a noi?».
I campanelli d’allarme sono suonati anche da Paolo Primavera, presidente di Confindustria Abruzzo: «Vorremmo iniziare a vedere fatti concreti perché la situazione è molto preoccupante. Anche le piccole e medie imprese ci chiedono una mano per andare all’estero. Non si può dire “No” a tutto. Nell’Ortonese abbiamo perso migliaia di posti di lavoro per il fronte del “No” al petrolio. C’è bisogno di una scala delle priorità e non dei campalinismi».
Subito dopo prende la parola il segretario della Filctem-Cgil, Giuseppe Rucci che richiama invece alle proprie responsabilità gli imprenditori: «Bisogna richiamare chi fa impresa al proprio ruolo sociale. Per anni si è detto che qui c’era assenteismo, invece gli ex Golden Lady hanno lavorato 6 mesi gratis. Nerino Grassi è andato all’estero non per la crisi. La storia di Canali è diversa perché lui punta sul Made in Italy e non ha intenzione di andare all’estero. Per questo ora bisogna capire le sue esigenze e intervenire per impedire che la crisi del pantalonificio si estenda anche al reparto giacche».

«RIPROGETTARE LA REGIONE» - È una delle soluzioni indicate da Cesare Damiano riprendendo le proposte di Angelo Pollutri. Il sindaco di Cupello ha riproposto i suoi noti cavalli di battaglia: la creazione di una piattaforma di lavorazione dei rifiuti (in valle Cena) provenienti dalle città del Centro-Sud e la valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili e non. Su quest’ultimo punto: «È arrivato il momento di riconsiderare la posizione politica di sindaci, consiglieri regionali, provinciali e legislatori nazionali, sulla possibilità che lo sfruttamento degli idrocarburi possa essere una nuova opportunità di sviluppo del vastese,  in primis per garantire la salvaguardia occupazionale e per dare la possibilità di completare il piano delle infrastrutture, in particolare la fondo valle Treste, la fondo valle Cena e la fondo valle Sinello».
Damiano ha citato la Germania dove «i nostri rifiuti vengono trasformati in oro» sottolineando la necessità di tornare all’arte della contrattazione che deve coinvolgere anche le popolazioni interessate da progetti impattanti.
Sull’attuale emergenza industriale, l’ex ministro ha invitato tutti a evitare che il riconoscimento dell’area di crisi si trasformi in assistenzialismo: «C’è bisogno di un progetto, altrimenti altri imprenditori verranno, prenderanno i soldi pubblici e poi lasceranno i capannoni vuoti». Lo stesso Damiano, in chiusura, ha preso l’impegno di interloquire con Castano – il funzionario del ministero dello Sviluppo economico che ha in mano le varie vertenze – suo vecchio amico ai «tempi della Fiom».

Intanto, a proposito di riconversione, il prossimo 29 ottobre ci sarà un nuovo incontro a Roma sull'ex Golden Lady; le lavoratrici del Pantalonificio nei prossimi giorni renderanno note le prossime tappe della mobilitazione.
Il timore è che il piazzale-simbolo della Golden diventi sempre più affollato.

Leggi altre notizie su IlTrigno.net
Condividi su: