“Giubileo dei detenuti”, da Vasto in visita al Santuario della Scala Santa a Campli

redazione
24/11/2025
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Ventotto gradini verso il paradiso. É il motto che ha caratterizzato la giornata del Giubileo dei detenuti vissuta sabato 22 novembre, presso il Santuario della Scala Santa di Campli da un gruppo di detenuti e internati della Casa Lavoro e della sezione Circondariale di Vasto. Il pellegrinaggio è stato fortemente voluto dal Cappellano don Silvio Santovito e dal Funzionario G.P. dott.ssa Giusi Rossi, e ad accompagnare il gruppo c’erano gli agenti di Polizia Penitenziaria e una rappresentanza di operatori e di volontari.

All’arrivo a Campli gli speciali pellegrini sono stati accolti dal Rettore del Santuario Padre Jan Folkert e dal Sindaco di Campli nella Chiesa di San Paolo Apostolo, attigua alla Scala Santa, per una breve spiegazione storica del luogo e del senso del Giubileo e dell’indulgenza.

Il Santuario è stato fondato nel 1772 e la Scala Santa é l’unica tra le scale sante che non finisce con la morte di Cristo. Infatti, da un lato vi è la rampa costituita da 28 gradini in legno d’ulivo da salire rigorosamente inginocchiati ed in preghiera, per ottenere l’indulgenza. Giunti in cima vi è una celletta chiusa da cui, attraverso una grata, si può intravedere l’interno con numerose reliquie e le statue del Cristo morto e della Madonna addolorata. Paralleli a tale rampa, e con ingresso separato, vi sono gli scalini in pietra che si utilizzano per la discesa, e le pareti qui sono decorate con scene della Resurrezione di Cristo, offrendo una conclusione gioiosa al percorso spirituale del penitente.

In religioso silenzio, in ginocchio e con il cuore colmo di emozione, tutti i pellegrini, ad uno ad uno, hanno percorso quei gradini ricchi di storia, pregando intensamente, chi per se stesso, chi per un parente, chi per un amico, come suggerito da Padre Jan. Un cammino faticoso, necessario perché siamo tutti peccatori, ma da affrontare con coraggio e nella certezza di trovare SEMPRE il Signore ad accoglierci. E affinché questo cammino penitenziale fosse completo, c’è stata anche l’opportunità di confessarsi.

Successivamente il gruppo si è spostato a Campovalano, nel complesso della Chiesa di San Paolo Apostolo fondato dai Benedettini. Il Comune di Campli e la Comunità parrocchiale hanno offerto a tutti un gustoso rinfresco di prodotti tipici. Un momento conviviale molto bello, vissuto nella semplicità e nella gioia della condivisione. Di cibo, di sguardi, di sorrisi.

Nella Chiesetta romanica, che conserva, fra l’altro, un bellissimo crocifisso ligneo con il Cristo Re, padre Jan e don Silvio hanno concelebrato l’Eucarestia, culmine della giornata e punto di arrivo di ogni cammino penitenziale.

Le parole usate da padre Jan, “cammino”, “coraggio”, “ricominciare”, ha sottolineato la dott.ssa Rossi, non hanno solo un profondo significato spirituale, ma anche civile, perché sono le stesse che devono accompagnare ogni percorso di detenzione. Don Silvio ha ricordato che tenendo fisso lo sguardo su Gesù, l’UOMO per eccellenza, ci si può rialzare da qualsiasi caduta.

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