PESCARA - Terna? No grazie. È l’urlo lanciato ieri pomeriggio da un presidio di manifestanti di fornte alla sede della Regione Abruzzo a Pescara. Sono i cittadini di Lanciano, Gissi, Atessa, Guardiagrele e altri paesi limitrofi che si sono uniti in un comitato spontaneo, accomunati dall’idea che il grande elettrodotto non si debba proprio fare.
I motivi, secondo i manifestanti, sono tanti. C’è la questione salute: studi scientifici dimostrerebbero che un’esposizione duratura ai campi elettromagnetici possa provocare tumori, leucemie, malattie del sangue.
C’è poi lo scempio nei confronti del territorio abruzzese. Una regione caratterizzata da un paesaggio straordinario e suggestivo che verrebbe letteralmente diviso in due.
Inifne, c’è il problema dei terreni espropriati per impiantare i piloni e le strade di accesso ai cantieri per la realizzazione dell’opera. Una lunga lista nera che provoca forti preoccupazioni e rabbia nei cittadini coinvolti.
L’opera, secondo le dichiarazioni dei manifestanti, non porterà nessun beneficio economico in termini di energia alla popolazione, ma solo guadagno a poche società; per questo ieri pomeriggio, hanno tutti insieme chiesto la sospensione dei lavori e maggiore chiarezza sulle questioni relative alla sua autorizzazione.