La Santa Liturgia che stiamo celebrando è un invito a rivestirci di luce, perché si possa vedere la gloria del Signore che brilla sul suo popolo. La comunità cristiana non è la destinataria esclusiva della rivelazione di Dio, ma è il canale attraverso cui Dio vuol essere riconoscibile da tutti. Tutti, infatti, sono chiamati, in Gesù Cristo, a partecipare alla stessa salvezza (cfr Ef 3,6). Questo mistero di salvezza universale è stato pienamente rivelato in Gesù e la Chiesa, che lo custodisce, deve essere capace di offrirlo alla contemplazione del mondo, come Maria lo ha offerto alla contemplazione dei Magi.
“Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce” (Is 60,1): siamo chiamati a testimoniare la luce, nonostante i pericoli di una confessione coraggiosa nelle difficoltà del cammino quotidiano. La pagina di Isaia ha dimensioni universali ed è un invito potente ad inserire la dimensione missionario nella nostra vita quotidiana, sull’esempio dei Magi, vere avanguardie di coloro che nel corso dei secoli si sono lasciati guidare dalla stella della fede verso il Salvatore Gesù.
Fra le tenebre del mondo i Magi, veri campioni della fede, nelle prove oscure del cammino ricercano e seguono la luce di Gesù. Questa testimonianza dei Magi, che affrontano difficoltà e pericoli per vedere e adorare Gesù, è degno di ammirazione. Essi ci appaiono maestri nel superare le ore buie e angosciose, mostrando una fiducia incrollabile. Ad un certo punto non vedono più la stella: è l’ora della prova. Essi, venuti da lontano, dopo tanti disagi dovettero meravigliarsi non poco di fronte all’ignoranza di quell’avvenimento (cfr Mt 2,4), da parte delle autorità, degli stessi dottori della legge e dei sacerdoti.
I Magi dinnanzi alle difficoltà non si scoraggiano, ma si armano di tutti i mezzi a loro disposizione, per risolvere il problema. La fede, quando è salda, non si perde d’animo; può avere qualche difficoltà, ma non il dubbio. E “mille difficoltà non fanno un dubbio” (Newman). Ecco la sicurezza di chi sa di essere in buone mani, nelle mani di Dio: al momento opportuno viene incontro e porge l’aiuto.
Oggi la fede è insidiata, ma tutti i tempi hanno avuto le loro difficoltà. È necessario i coraggio della fede, non attenuando in nulla la verità, che va tradotta in programma di vita. Un’insidia sottile si fa strada oggi, ed è il relativismo della verità, alla maniera pirandelliana: “Così è, se vi pare”. La fede potrà conoscere oscurità, aridità, desolazioni, tentazioni, ma non dovrà essere incrinata o piegarsi alla moda o al compromesso.
Ecco la nostra consegna: essere non cristiani a singhiozzo, ma testimoni di fede nella piccola storia di ogni giorno. Il cammino compiuto dai Magi è certamente faticoso, ma alla fine viene circondato da stupende consolazioni, che premiano il coraggio, lo sforzo e l’impegno nella ricerca dimostrato da quegli uomini valorosi. Essi non si smarriscono, ma perseverano e finalmente hanno il dono di rivedere la stella e, “provarono una grandissima gioia” (Mt 2,10).
Come sentirono di essere amati veramente da Dio! Come in un quadro rividero i pericoli da cui erano stati liberati, l’aiuto insperato ricevuto da coloro che volevano uccidere il bambino. Era una gioia stupenda: “Essere con Gesù e un dolce Paradiso” (Imitazione di Cristo). C’è una trepidazione che corre per il mondo: talvolta il pessimismo ci prende e la tristezza finisce per avere il sopravvento. Dovremmo allora curvare il capo e dire: neanche la fede, questa “bella, immortale, benefica fede, ai trionfi avvezza” è capace di aiutarci? No! Imitiamo i Magi.
Noi dobbiamo essere tanto più stretti alla nostra fede quanto più aumentano le difficoltà, ricordando che “Dio non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne un’altra più certa e più grande” (A. Manzoni). Signore, concedimi di comprendere sempre più che la gioia interiore non può essere soffocata da nessuna prova.