La provocazione del comitato civico di Amicarelli dopo lo sfratto alle religiose

Il vescovo non ha difeso le suore, Celenza vuole cambiare diocesi

Francesco Bottone
14/08/2011
Attualità
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CELENZA SUL TRIGNO - «Il vescovo Scotti non ha difeso la paritaria e le suore e per questo avvieremo iniziative per cambiare diocesi e passare a quella di Chieti-Vasto». Quello che suona come un vero e proprio scisma annunciato arriva per bocca di Novella Amicarelli, presidente del comitato civico Pro Coelentia. Le suore che per mezzo secolo hanno gestito l’asilo paritario di Celenza sul Trigno hanno dovuto sgomberare i locali. Giunge all’epilogo la delicata vicenda dello sfratto alle religiose. Ieri mattina le suore hanno raccolto le proprie cose e lasciato lo stabile. Saranno ospiti di alcune famiglie di Celenza che hanno messo a disposizione i propri alloggi. Chiude così i battenti, almeno per il momento, la scuola paritaria per l’infanzia “Santa Maria Assunta”, un’istituzione che ha formato generazioni di celenzani in oltre ciquant’anni di attività didattica. Nell’immediato, dunque, è il sindaco Venosini a spuntarla, ma è chiaro che la vicenda non è affatto chiusa. L’avvocato Magnacca, legale della scuola paritaria, ha infatti già annunciato battaglia contro lo sfratto in tutte le sedi, «amministrative, civili e penali». Proprio l’avvocato Magnacca sta stilando un nuovo ricorso al Tar contro «la forzatura» operata dal sindaco Venosini. La giustizia farà il suo corso, ma intanto in paese gli animi restano accesi e qualcuno se la prende addirittura con la Curia di Trivento, colpevole, secondo alcuni, di non aver difeso a sufficienza le suore. La presidente del comitato civico Pro Coelentia, Novella Amicarelli, ai microfoni della web tv sansalvomare.it, ha annunciato che «sicuramente nasceranno iniziative per distaccarsi dalla Curia di Trivento». Il sindaco Venosini, intanto, chiarisce: «Il problema non solo le suore, ma l’asilo paritario. I locali ci servono perché dobbiamo attivare la scuola statale per l’infanzia, ma le religiose posso restare negli alloggi. Non ho cambiato affatto posizione a riguardo. Sono disponibile a farle restare nei locali dove sono state per tanto tempo, voglio però decidere la questione parlando non con qualche singola suora, ma con i vertici della congregazione. Ieri le suore hanno lasciato lo stabile, ma non mi risulta sia stato fatto un inventario dei materiali presenti, né che sia stato nominato un custode, un curatore. Mi sembra che stiano seguendo procedure un po’ confuse». In merito alle indiscrezioni che dicono il parroco, don Nicola Gentile, ormai pensionato dal vescovo e sostituito con un altro giovane sacerdote che riveste importanti incarichi in Curia, il sindaco è telegrafico: «Non ne so nulla».

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