Il viaggio degli alunni della scuola secondaria alla riscoperta delle tradizioni del territorio gissano

La Redazione ITE Gissi
21/12/2018
Attualità
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Gli alunni della Scuola Secondaria di 1° e di 2° grado di Gissi,  giovedì 20 dicembre, hanno partecipato con profondo coinvolgimento, al piccolo viaggio attraverso le vie del borgo. Il borgo, nella sua piccola realtà, nella sua semplicità, rappresenta una fonte di ricchezza in quanto suscita ricordi indelebili. Emozioni scaturite dai versi della poesia, dalle note della musica e del canto, dai movimenti della danza, dalle sfumature dei colori, dai sapori e dai profumi della gastronomia, dalla cultura delle tradizioni. Il primo momento di condivisione, alla presenza della Dirigente Scolastica, Dott.ssa Aida Marrone, si è svolto davanti al Palazzo Comunale, dove Davide D’Ugo, un esperto di storia delle tradizioni, ha presentato lo storytelling sulla storia del paese, portandoci indietro nel passato, in collaborazione con Antonio Ottaviano che ha raccontato l’origine del nome del paese: “un paese di gesso”.

A seguire un’interessante mostra fotografica su una parte antica del paese che non esiste più, curata da Arturo Di Martino. A conclusione di una passeggiata tra i vicoli caratteristici del borgo, i ragazzi hanno interpretato canti, balli folk, poesie e riflessioni, inerenti il tema del borgo e tratti da scrittori della Letteratura Italiana come Ludovico Ariosto, Umberto Saba, Cesare Pavese e D’Annunzio, per conoscerci un po' di più, attraverso le parole di questi grandi autori e la semplicità dei luoghi. Tali esibizioni sono state particolarmente coinvolgenti. La recitazione dei versi dialettali, composti dalla signora Anna, ha suscitato grande interesse e ammirazione da parte di tutti i partecipanti. Presente anche la cooperativa “Matrix” che ci ha intrattenuto con delle canzoni accompagnate con la chitarra. Uno studente dell’Istituto ha interpretato la canzone di Francesco Renga, “A un isolato da te”, una storia d’amore in cui affiorano i ricordi e i sentimenti.

Un pensiero è stato rivolto ai tanti emigrati lontani che con gli occhi della memoria cercano luoghi che non ci sono più e alla nostra terra d’Abruzzo: per chi lo ama, questo paesaggio rimane, come scrisse d’Annunzio “una lontananza ampia e turchiniccia e misteriosa che dilegua alla vista del languore del giorno”. ​Questo “respiro leggero del borgo”, in un’epoca dove tutto è virtuale e si consuma entro pochi istanti, ha toccato le profondità degli animi.

 

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