Si sono svolti ieri pomeriggio i funerali di Luigino Di Cocco, il vice sindaco di Casalbordino, morto sessantanovenne all’ ospedale di Chieti.
Il feretro è uscito alle 15 in punto dalla sala consiliare, scortato da due vigili in alta uniforme e dai sindaci del territorio, che lo avevano conosciuto e stimato nei tanti anni di attività politica ed amministrativa.
Nella vicina Chiesa è stato accolto da don Silvio, parroco e suo amico personale, che durante l’omelia lo ha ricordato con commozione ed affetto, essendo da Luigino stato accolto fin dal suo arrivo.
Il sacerdote ha ricordato che Di Cocco era uomo politico, uomo di fede ed uomo di famiglia.
L’impegno politico è stato l’amore della sua vita, con il quale ha potuto mettere in gioco i suoi talenti, tra cui la capacità di ascolto. Grazie alla quale amava stare in piazza (che era il suo vero ufficio) per essere cercato e trovato, per avere il contatto continuo ed essere realmente servitore della sua comunità.
Ma non si limitava a stare in piazza per ricevere le persone, Luigino molto spesso entrava nell' intimità delle famiglie per aiutarle, poiché il suo impegno politico era vissuto come servizio, che gli consentiva di essere un mediatore, pur avendo un carattere forte.
Don Silvio, entrando nella sfera religiosa dello scomparso vice sindaco, ha riferito che Di Cocco prima di confessarsi gli diceva scherzando: “Tu lo sai che i miei peccati sono quelli che faccio come politico…”. Luigino è stato un uomo di fede che sapeva affidarsi a Dio, anche nei momenti di sofferenza. Memorabile il suo impegno nell’ Associazione onlus per i carcerati e la presenza nei pellegrinaggi per la venerazione della Madonna dei Miracoli e di Padre Pio, la cui area era stata da lui personalmente curata. Proprio per questo Don Silvio ha chiesto che quella piazza sia intitolata proprio a Luigino Di Cocco, come esempio per la sua comunità e come uomo retto e corretto, che fu sempre seguito dalla famiglia, per la quale non ha mai concepito alcun favoritismo personale.
Il sindaco Filippo Marinucci, visibilmente commosso, ha preso la parola dopo la funzione religiosa, definendo Di Cocco una persona speciale, con cui era sufficiente uno sguardo per intendersi, che per questo ha il merito di essere stato un amministratore devoto e soprattutto un soldato di tante battaglie. Si soldato – ha chiarito il sindaco – perché solo i soldati, e non i comandanti, diventano eroi.