Celenza sul Trigno. Il consiglio dei Carabinieri ottiene lo sgombero della strada di accesso all’obitorio della RSA

Due malati, per essere ricoverati, sono stati trasportati a mano per un centinaio di metri

Rodrigo Cieri
09/02/2012
Attualità
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«La macchina organizzativa funziona alla perfezione!» Parola di sindaco, del sindaco di Celenza. Ma questo giorno è da ricordare. “Dies nigro signanda lapillo”, giorno da segnare con una pietruzza nera. Esultanza per un piano neve perfetto e disagio di cittadini in situazione di handicap, cioè dei deboli, bisognosi di aiuto. Al centro la RSA, dove la sera del 7 febbraio scorso è deceduto un signore di Torrebruna. Il personale della RSA da lunedì pomeriggio ha chiesto l’intervento della ditta incaricata dal Comune per liberare dalla neve la stradina di accesso all’obitorio. Ci sono malati terminali che possono morire da un momento all’altro. Il Sindaco avrebbe fatto sapere di avere altre priorità: non avrebbe mandato nessuno a sgombrare la strada di accesso alla camera mortuaria. Quale priorità non è stato possibile sapere. Ancora questa mattina la strada di accesso dal lato ovest era impraticabile; il medico, infatti, è dovuto passare dall’interno. Ma è dal lato ovest che si entra all’obitorio con la bara e per le visite. A questo punto entra in azione il Sindaco di Torrebruna, che, al collega di Celenza all’altro capo del telefono, dichiara la sua disponibilità a inviare i suoi volontari a liberare la strada di accesso alla RSA, indipendentemente dal fatto se questa è privata o no. Si potrebbe dedurre che il sindaco di Celenza non volesse intervenire ritenendo privata la strada di accesso alla camera mortuaria. La mediazione diplomatica dei Carabinieri di Celenza, opportunamente interpellati, ottiene il risultato: i volontari della Protezione Civile celenzana, a mezzogiorno, liberano l’accesso, finalmente! RSA privata! Eppure la stradina di accesso è comunale, per maggiore precisione è in comune con il proprietario dell’abitazione attigua. E anche se fosse privata? Non è finita la giornata. Nello spazio di qualche ora giungono a Celenza due ambulanze per ricoverare nella RSA due malati, una della Valtrigno e l’altra della Divina Misericordia di Pescara. Si fermano a un centinaio di metri, non vogliono rischiare, pur avendo quattro ruote motrici e quattro pneumatici antineve. I malati, uno dei quali con frattura femorale, vengono trasportati a mano. Gli infermieri ritengono la strada non sicura perché non completamente pulita, rischiosa forse per uno strato di ghiaccio. Forse bisognava spargere il sale. Forse bisognava lavorare di picco e di pala. Un fatto è certo, davanti ad una struttura sanitaria, dove sono ricoverati deboli ed indifesi, bisogna fare salti mortali perché la strada sia completamente pulita. Questa è la priorità delle priorità. Non è tollerabile che malati vengano trasportati a mano.

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