LETTERA APERTA DI FRANCO VALENTE: LA PROCESSIONE E' FERMA E LA CERA SI CONSUMA...

Franco Valente
12/01/2021
Attualità
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Cari amici,

molti di voi mi seguono quotidianamente ed è motivo di grande soddisfazione constatare che una grande quantità di persone si meraviglia nello scoprire che questa piccola regione possiede un patrimonio storico, artistico e architettonico di tutto rispetto.

Per scelta personale pubblico tutto ciò che scopro e lo metto a disposizione di chiunque voglia approfondire la conoscenza di questo territorio abbandonato prima di tutto dai suoi politici e dai suoi imprenditori.

Non da tutti, ma da molti.

Se non fosse per sindaci eroici nei loro paesi e parroci generosi verso le loro chiese, il Molise potrebbe chiudere i battenti senza che nessuno se ne accorga.

Ad essi quotidianamente va il mio ringraziamento anche perché senza la loro disponibilità non sarei riuscito a scrivere nulla della nostra storia.

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Ciononostante continuo con il mio impegno per un motivo molto preciso. Tenendo il cervello sempre in esercizio sono convinto che si allunga anche la speranza di vita.

Così dice il mio medico.

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Mi farebbe piacere poter mettere a disposizione dei Molisani e degli amanti di questa regione pubblicando i risultati delle ricerche, ma non ci sono le condizioni economiche per farlo.

Senza la pubblica amministrazione e senza gli imprenditori non si va da nessuna parte.

Agli uni e agli altri non frega nulla.

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Da quando Enzo Nocera (che Dio se lo abbia in Gloria) non ha più pubblicato l'Almanacco del Molise si è interrotto un flusso imponente di studi che sono stati per quasi mezzo secolo la materia prima per docenti e cultori di storia regionale.

Io sono uno dei pochi sopravvissuti di quella straordinaria stagione culturale.

A volte avverto un senso di panico nel non avere più la possibilità di consultarmi con tanti studiosi dei quali i nostri politici contemporanei non sanno manco dell'esistenza:

Ada Trombetta, Corrado Carano, Angelo Viti, Renato Lalli, Giuseppe Jovine, Francesco Colitto, Emilio Spensieri, Gennaro Morra, Guido Vincelli, Uberto D'Andrea, Salvatore Moffa, Filippo La Gamba, Lucio Ragozzino, con i quali era un piacere discutere di cose che oggi sono considerate inutili accidenti.

Per non parlare delle magistrali lezioni di Luigi Biscardi e Pasquale Alberto De Lisio, che mi mancano!

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Molta acqua è passata sotto i ponti. Negli ultimi 30 anni a molti giovani di belle speranze sono state tarpate le ali.

Imprenditori e politici hanno gravi responsabilità.

Io spero che qualcuno decida di urlare contro la vergogna dell'indifferenza politica e imprenditoriale ai beni culturali del Molise.

Senza la loro volontà tutto resterà drammaticamente fermo.

Così stiamo diventando come i nonni che raccolgono storie per il piacere di raccontarle ai propri nipoti.

Fortunatamente alcuni di noi hanno un computer dove possono raccogliere il frutto di anni di ricerche e prima o poi qualcuno deciderà di metterlo a disposizione di un grande pubblico.

Intanto la processione è ferma e la cera si consuma...

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