Da studioso e appassionato di comunicazione politica da tanti anni ho lâabitudine di ascoltare, rileggere, stampare e sottolineare i discorsi dei leader nei momenti più importanti della storia occidentale.
Lâintervento di Draghi alle Camere fa recuperare decenni di sterile contrapposizione ideologica. Riporta al centro la democrazia in nome della responsabilità verso le generazioni future allâinsegna dello spirito repubblicano.
Lâex presidente della Bce ha usato parole nette su temi potenzialmente divisivi come il futuro dellâeuro (âirreversibileâ) come il destino del sovranismo (ânon câè sovranità nella solitudineâ) come la difesa della concorrenza (le cui restrizioni âlimitano gli investimenti sia italiani che esteriâ) come la tutela dellâambiente (la cui protezione va conciliata âcon il âprogresso e il benessere socialeâ). Oltre ad una ridefinizione del collocamento atlantista del nostro paese: più lontano dalla Cina e molto lontano dalla Russia rispetto ai precedenti governi Conte.
Parla di futuro Draghi quando ricorda che la pandemia ha colpito sopratutto lâoccupazione giovanile, che la mancanza di continuità del servizio scolastico andrà a colpire le generazioni più giovani e che la strategia del sostegno alle imprese ha senso se si scommette sugli outsider.
La vera trasversalità del presidente del Consiglio sarà non tanto la capacità di mediare tra i partiti ma essere alleato di quella
generazione che chiede più che sussidi per galleggiare opportunità per tornare a sperare.