La madre e le madri. E poi sorelle, nonne, zie, cugine. Mogli e figlie. Amori e amanti, amiche del cuore, amiche da e di una vita, amiche di un bacio, di un sogno, di un'età. Dottoresse ed infermiere. Insegnanti e ghirlande di pazienza. Capi, colleghe e collaboratrici. Buone e cattive, sofferenze e traguardi. Vita e vite. Donne, e basta.
Quante donne intercettano la vita di un uomo! La riempiono, la colorano, la rendono intensa di significati, le danno un senso, una direzione, una ragione, e ancora la spiegano, la divorano e la sputano, la edificano e la custodiscono, la amano soprattutto, semplicemente la amano in quel modo originale ed unico, irrazionale per il mondo ma chiarissimo per l'universo femminile. Domani è la giornata internazionale della Donna e spesso il marketing e le banalità ne oscurano il motivo più profondo che poi, a dirla tutta, non può nemmeno imprigionarsi in una sola data. Mi hanno colpito, recentemente, due storie e una notizia, tutte piene di Donne e di speranza. Le condivido, di cuore.
Ha fatto il giro del mondo la fotografia di Suor Ann Nu Thawng inginocchiata di fronte ai militari del Myanmar, protagonisti e complici di un colpo di stato che, al di là delle dichiarazioni formali, sta passando “sotto silenzio” delle grandi potenze che continuano a spartirsi il mondo come un tabellone del risiko. Questa donna, vestita di Fede e animata di un coraggio, al contempo, “umano e divino” ha bloccato un plotone di esecuzione e salvato la vita ad oltre cento giovani. Con le sue mani alzate, i suoi occhi lucidi negli occhi dei soldati, le sue preghiere e soprattutto inginocchiata a dimostrazione che anche inginocchiarsi è uno struggente e potentissimo gesto di Pace, contro una logica che invece ci vuole tutti “inginocchiati” nel senso più becero del termine, questa donna ha restituito alla vita sia i soldati che si sono trovati spiazzati dall'Amore e che, in una fotografia che farà storia, si vedono sorpresi e, in fondo, felici di abbassare le armi, e sia i giovani che nella foto non si vedono e che però sono tutti dietro le spalle di Suor Ann ma, inesorabilmente, davanti al suo cuore, magari anche loro in ginocchio per lodare e ringraziare il Cielo per questa piccola, grande Donna che è diventata Santa senza nemmeno saperlo.
Margaret è di Londra. Tutti i giorni, alla stessa ora, si dirige ad una stazione della Metropolitana e si siede su una panchina. Aspetta qualche minuto fin quando l'altoparlante non emette un annuncio. Finito l'ascolto si alza e se ne va. Detta così non avrebbe senso ma Margaret sa, perché le donne lo sanno sempre, che tutto questo un senso ce l'ha. Perché quell'annuncio è stato registrato dal marito nel 1950: Margaret va tutti i giorni in stazione per ascoltare la voce del marito scomparso nel 2003. l'Azienda voleva cambiare la voce con un nuoco speaker ma saputo il rito di Margaret ha lasciato tutto così solo in quella stazione. E allora Margaret si veste, si agghinda e va dal suo uomo. E in quei pochi secondi, mentre nelle orecchie e nel cuore risuona quel timbro vocale con il quale ha condiviso tutta la vita, Margaret riallaccia il filo di un dialogo e, interiormente, gli comunica dei suoi problemi, delle emozioni, dei figli e dei nipoti, insomma parla con suo marito e con quella voce che le ha fatto tremare l'anima e che continua ad alimentare il suo amore, pure se ogni giorno chiede solo di “fare attenzione al passaggio del treno”. Tanto Margaret lo sa che un giorno anche lei prenderà quel treno e allora sai quante chiacchierate con lui affacciati al balcone dell'eternità...
Due giorni prima del viaggio di Papa Francesco in Iraq il governo di questo Paese ha approvato una legge che riconosce e tutela le donne yazide vittime dell'Isis e di tutte le donne della minoranza cristiana, turkmena e shabak. La legge si applica a “tutte le donne oggetto di rapimento, schiavitù sessuale, vendita, separazione dai genitori, costrette a cambiare religione, costrette a matrimoni forzati, danneggiate fisicamente o mentalmente”. Speriamo questa legge sia solo l'inizio di un nuovo mondo, talmente nuovo che mi risulta impossibile immaginarlo, e viverlo, senza la grazia, la dolcezza, la forza, il coraggio femminile.
PS: i 2 ritratti in allegato a questa "domenica" sono opera dell'Artista GIOVANNI CIPOLLA di San Salvo, che non smetterò mai di ringraziare. dds