LE PROSTITUTE NON PAGAVANO PEDAGGIO A SESTO CAMPANO : LO PRESCRIVEVA LA PANDETTA ANCORA CONSERVATA NEL CASTELLO

Franco Valente
09/03/2021
Attualità
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Il primo paese che il viaggiatore che viene dalla Campania incontra entrando nel Molise é Sesto.

Il suo aggettivo Campano fu aggiunto dall’amministrazione comunale quando, dopo l’unità di Italia, il paese fu staccato dalla Campania. Gli amministratori per protesta, essendo obbligati a dare un secondo nome perché non venisse confuso con gli altri Sesto italiani, lo chiamarono Campano. Il suo nome autentico gli deriva dalla circostanze che l’antica taverna, sicuramente esistente già in epoca imperiale, si trovava al miglio centesimo sesto da Roma.

Sesto ha una antica tradizione storica che alcuni vogliono collegata alla presenza di un conte longobardo di cui non si ha traccia nei documenti.

Una fortificazione longobarda però doveva esservi e traccia di essa dovrebbe ritrovarsi nel poderoso mastio quadrato di quello che rimane della cinta medioevale del paese vecchio, forse il più violentato dalle moderne manie di trasformazione.

Se però sulla cortina esterna nulla rimane di esteticamente pregevole dell’antico castello, il cui volume é però perfettamente riconoscibile nonostante gli scempi degli uomini, un originale portale introduce ad una corte interna dove un porta immette nella grande stanza-cisterna a fianco della quale, nei tempi moderni, é stata collocata l’antica tavola con i pedaggi che si dovevano pagare per il passo alla Taverna del Duca.

Un duca democratico che aveva stabilito che “per qualsivoglia meretrice non si esigga cosa alcuna” a differenza del principe di Monteroduni che una decina di miglia più avanti, sulla Lorda, pretendeva da ebrei e meretrici il pagamento rispettivamente di cinque grana e dieci grana anche se non portavano nulla appresso.

Sesto Campano, la cui chiesa é dedicata a S. Eustachio protettore del paese, deve molto all’opera dei benedettini di Montecassino che nel suo territorio amministrarono vari monasteri come quello di S. Pietro di Sesto, giù nella valle, i cui resti sono stati inesorabilmente travolti dalle ruspe per realizzare un campo per i containers.

La pandetta di Sesto Campano fu, dunque, autorizzata dalla Camera della Sommaria il 14 giugno 1744.

Da 10 anni Carlo di Borbone aveva conquistato la corona di re del Regno di Napoli e subito dopo aveva dato particolare impulso alla riorganizzazione del sistema stradale compreso il tratto importante che collegava la capitale all’Abruzzo.

Un parte significativa della ristrutturazione delle strade riguardò la revisione del tracciato che anticamente costeggiava il Volturno nel territorio compreso tra Presenzano e Venafro e che originariamente passava per la cosiddetta Solfatara di Sesto e per l’antica Taverna Vecchia.

La strada fu spostata più a monte per evitare che il Volturno, con le sue piene e con le continue tracimazioni che ne modificavano il letto in quella parte pianeggiante, rendesse problematico il suo uso soprattutto nei periodi invernali.

Non è del tutto chiaro se la pandetta fosse posta all’esterno della Taverna Vecchia o se, nel 1744, già si trovasse davanti alla rinnovata taverna settecentesca che ancora oggi è il punto di passaggio obbligatorio per i traffici tra la Campania e le terre d’Abruzzo e di Molise.

Le disposizioni contenute sono particolarmente interessanti.

Le mercanzie alimentari destinate alla Capitale per antica decisione aragonese erano esenti dal pedaggio. Una diversa applicazione della norma avrebbe comportato la perdita della concessione degli Spinola, che erano i feudatari di Sesto, e la pena di tre anni di reclusione per l’esattore.

La pandetta del Passo della Taverna del Sesto murata nel cortile del Castello di Sesto Campano. 

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CAROLVS DEI GRATIA VTRIVSQUE SICILIAE REX

PANNETTA SEV TARIFFA DELLI DERITTI DEL PASSO DEL SESTO DELL’ILL.MO D. CARLO AMBROGIO

SPINOLA DELLA ZERDA MARCHESE DE LOS BALBASES IL QUALE SI HA DA ASSIGGERE IN UN LVOGO

SOLAMENTE E PROPRIO NELLA TAVERNA DETTA DEL PASSO DEL SESTO NELLA STRADA REALE DA QVEI

PASSEGGIERI CHE PASSANO PER QVELLA COLLE LORO SOME DI ROBBE MERCANZIE E ANIMALI SENZA AL

TERAZIONE ALCVNA DA OSSERVARLA INVIOLABILMENTE ALIAS IPSO FACTO IPSOQVE

IVRE S’INTENDA INCORSO ALLA PENA DELLA PERDITA DEL PASSO PREDETTO ED ALTRO

A IVRE STATVTA CONTRA NOVA ET INDEBITA VECTIGALIA EXIGENTES SIVE IMPONEN

TES ED ALL’ESATTORE D’ANNI TRE DI GALERA E SENTENDOSI ALCVNA PARTE LESA PER

QVALSIASI CONTRAVENZIONE SINE PIGLI INFORMAZIONE A SVA ISTANZA DALLE CORTI

CONVICINE E SI MANDI SVBITO IN REGIA CAMERA ET PENES ACTA EXACTIO

PRAEDICTA FIAT HOC MODO V2 = PER OGNI SALMA DI GRAN VALORE GRANA TRE

PER OGNI SALMA DI PELLE GRANA TRE = PER OGNI SALMA DI SOLA GRANA TRE

PER OGNI SALMA DI VACCHETTA GRANA TRE = PER OGNI SALMA DI CANNAVELLO

GRANA TRE = PER OGNI SALMA DI MIELE GRANA TRE = PER OGNI SALMA

DI TARANTOLA GRANA TRE = PER OGNI SALMA DI RAMA GRANA TRE = PER

OGNI SALMA DI SALZUME D’OGNI SORTE GRANA TRE = PER OGNI SALMA DI

LEGNAME QVALE SERVE PER FARE TINTA GRANA TRE = PER OGNI SOMA DI

GRANO GRANA DVE = E SE LE D.E SALME NON SARANNO DI CARICO INTIERO PAGANO

SOLAMENTE PRO RATA ALLE SVDDETTE RAGIONI E NON PIV’ = PER CENTINARO D’ANI

MALI GROSSI CARLINI CINQVE = PER CENTINARO D’ANIMALI MINVTI CIOE’ PECO

RE, CAPRE ED AGNELLI GRANA VENTICINQUE = PER CENTINARO DI PORCI E CASTRA

TI CARLINI TRE = E SE DETTI ANIMALI SARANNO MAGGIORE O MINOR NV

MERO DI VN CENTINARO, SI PAGHI PRO RATA ALLE SUD.E RAGIONE E NON PIV’ = E SE

PAGHERA’ VNA VOLTA E POI TORNASSE A PASSARE COLLE MEDE.ME ROBBE ED ANIMALI NON

SIA TENVTO A PAGARE COSA ALCVNA = ITEM PER QVALSIVOGLIA MERETRICE NON

SI ESIGGA COSA ALCVNA = ITEM NON SI ESIGGA COSA ALCVNA PER LE ROBBE CHE

SERVONO PER VSO PROPRIO DI CASA FAMIGLIA E POSSESSIONE SOTTO LE PENE VT SVPRA

DATVM NEAPOLI EX REGIA CAMERA SVMMARIA DIE

14 MENSIS JVNY 1740 - LVDOVICVS

...ERNO M. C. = CARLO MAVRO = ...M FISCVS RVOTI = DOMINICVS CECERE

.......ARIO ...OCVS SIGNI

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