A proposito di Super League dei top club europei

L' editoriale di Gabriele Cerulli

Gabriele Cerulli
20/04/2021
Attualità
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Bayern Monaco e Psg, le finaliste dell'ultima edizione della Champions, non hanno aderito alla costruenda Super League dei top club europei. La Fifa dichiara che i calciatori tesserati per quelle società non potranno indossare la maglia delle rispettive Nazionali.

La Uefa ha comunicato che la Champions e l'Europa League continueranno ad essere le grandi competizioni continentali ufficiali per club. Non ne riconosce altre, istituite in autonomia e sganciate dalla casa madre.

Le Federazioni tedesca e russa hanno ufficialmente dichiarato guerra alle prime dodici società aderenti.

Sono soltanto le prime fragorose risposte dei vertici del mondo del calcio al colpo di coda di dodici top club europei, in attesa dell'adesione di altri 3, sponsorizzati dal colosso bancario americano JP Morgan.

3,5 miliardi di euro per quello che diventerebbe un campionato nel campionato. Fine settimana in campo nel proprio torneo nazionale, il mercoledì in campo nella competizione d'élite europea che prevede di toccare quota 20 società. Dunque, cinque club che guadagneranno tale opportunità non si sa bene come, in base a quali criteri da scegliere tra 27 Paesi. Soprattutto come verranno scelti nel primo anno di Super League.

Due gironi da 10. Passano ai quarti le prime 3 di ciascun girone. Le quarte e le quinte si sfideranno per promuovere le ultime due squadre.

Questo, il quadro generale della più grande rivoluzione della storia del calcio, qualora andasse in porto.

Eh già, qualora. Chissà da quanto tempo, sotto traccia, le rivoluzionarie in cashmere si stavano organizzando. Non si capisce perché Fifa e Uefa non abbiano tentato di scoprire le carte prima della comunicazione ufficiale della nascente Super League.

È ipotizzabile che sia stata una scelta ponderata, temeraria, con l'intento di lasciare agli altri la patata bollente in bocca.

Come dire: Vi sentite così potenti e invincibili? Bene, ditelo voi a centinaia e centinaia di milioni di tifosi di tutto il mondo che avete deciso di rendere il Re degli Sport, una sorta di mega salotto di casa per sfrontati e spudorati miliardari. Gente senza un briciolo di sentimento e di rispetto verso quell'arnese, il pallone, che anche i migliori pianisti di sempre hanno usato prima di ogni altro.

Verso le persone di ogni estrazione e ceto sociale, verso i tifosi di qualsiasi squadra. Qualsiasi. A cominciare dai propri tifosi, i più avviliti, delusi, disgustati.

"La Juve perde contro la piccola e povera Atalanta e poi vuole fare la Super League", tuona Zbigniew Boniek.

"Il calcio è del popolo, è di tutti. Se questo viene meno il calcio perde tutta la sua essenza", twitta Ander Herrera del Psg, subito applaudito da Luis Alberto, Pepe Reina e Robert Lewandosky tra i principali protagonisti in attività.

Insomma si è fatta dura per quelli della Super League. Per quelli che mi piacerebbe guardare negli occhi dopo essere arrivati ultimi, penultimi, terzultimi. Dopo aver perso qualche partita di fila con 3, 4 gol di scarto.

Beh, d'altronde a qualcuno di loro dovrà pur toccare!

Ma, mi chiedo, che gusto c'è a giocare tutte le settimane quelle partite che aspetti di giocare da una vita una volta l'anno e spesso ti tocca attenderle mooolto più a lungo?

Ho pensato più a volte a Diego Armando Maradona nelle ultime ore.

Mi sa che quella meraviglia di vignetta che qualche genio gli ha dedicato dopo la sua morte é qualcosa di meno surreale, meno fantasioso, meno mistico.

Diego ha davvero riconsegnato il pallone al suo legittimo proprietario...

Sulla terra, invece, accade che americani, arabi e cinesi ne vogliano creare un altro!

Loro, quelli che un pallone lo hanno conosciuto dopo il ketchup e le noccioline...

 

 

 

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