"Quanto accaduto oggi in consiglio comunale è inaccettabile!
Dovremmo indignarci tutti! Affrontare il tema del forno crematorio, come se si trattasse di un'opera pubblica qualunque, è imperdonabile.
Diamoci una mossa, perché questi hanno deciso anche per noi!"
Queste parole scritte su un post da Natalia Di Virgilio mi hanno davvero colpito e le faccio totalmente mie.
Ha ragione Natalia: dobbiamo tutti indignarci. Non abbiamo l' anello al naso ed abbiamo capito che la maggioranza non vuole che si celebrino i referendum a San Salvo, né sul forno crematorio (come sarebbe doveroso) e né su altro.
Se la maggioranza avesse voluto i referendum, quando la minoranza ha chiesto la convocazione della Commissione Affari generali per discutere dei necessari regolamenti attuativi l' avrebbe fatta convocare, senza appellarsi al fatto che i richiedenti non hanno i numeri. Lo sanno tutti ed è vero: nel 2017 la maggioranza ha avuto 12 consiglieri e la minoranza solo 5.
Se la maggioranza avesse voluto i referendum, nel Consiglio comunale di oggi (che Spadano ha dovuto convocare, perché per richiederlo ed ottenerlo sono sufficienti i 5 di minoranza) non avrebbero chiesto il rinvio. E per fare cosa? Per tornare nella stessa Commissione che non avevano convocato perché i richiedenti (di minoranza) erano insufficienti.
In un periodo storico in cui si parla di democrazia diretta, i cittadini vogliono partecipare alla vita pubblica e per farlo consultano continuamente il web ed intervengono a commento di tante circostanze politiche, l' Amministrazione comunale di San Salvo non vuole i referendum.
Qual' è il senso per un Comune di avere una pagina social? Solo quello di comunicare ciò che il Comune stesso fa o anche quello di ricevere i commenti dei cittadini e tenerne conto in modo democratico?
Che senso ha "comunicare" coi cittadini via social e non consentire loro che su grandi questioni possano esprimersi in una consultazione popolare, referendaria e preceduta da un dibattito moderno e democratico.
Se la maggioranza non vorrà fare i regolamenti attuativi per celebrare i referendum (come chiesto dal Comitato di cui è portavoce Antonia Schiavarelli) ci dobbiamo proprio indignare, come dice Natalia Di Virgilio.