Non so se quell’ultima amministrazione comunale, quella in carica dal '70 al '75, almeno nel primo biennio, possa essere definita l’ultima amministrazione “contadina” sansalvese. Sicuramente fu l’ultima ad assistere, quasi incredula, al miracolo di uno sviluppo economico e sociale inatteso, ad una manna piovuta dal cielo.
Le amministrazioni successive, consapevoli di una realtà industriale ormai consolidata, si calarono in una nuova veste, volgendo lo sguardo alle innumerevoli opportunità di sviluppo, che la mutata realtà socio-economica del territorio imponeva.
San Salvo, continuò la sua crescita costante, sempre, non si fermo’ mai, neppure dinanzi alle crisi economiche, che dopo il boom degli anni ’60, nei successivi anni '70 e '80, iniziarono ad attanagliare l'Italia, costingendola nel '92 ad uscire dallo SME (Sistema Monetario Europeo), con relativa svalutazione della lira.
Non perse mai la sua vocazione agricola. I pescheti sostituirono i campi coltivati a barbiatole da zucchero, che avevano sfamato nei primi anni ’60 centinaia di famiglie di coltivatori diretti. Le due cooperative agricole locali, quella de le riscie (dei rossi, dei comunisti) e de le bienghe (dei bianchi, dei democristiani), il 21 Febbraio 1971 abbandonarono vecchie rivalità politiche e si associarono tra loro costituendo insieme la Cooperativa Euro-ortofrutticola del Trigno, iniziando ad esportare i prodotti anche all'estero.
Sotto la regia di Vitale Artese, sicuramente l’uomo più rappresentativo della storia politica sansalvese, che nel 1977 sarà rieletto Sindaco per la terza volta e nel 1979 eletto per la prima volta deputato al Parlamento Italiano, venne approvato il primo P.R.G. che diede un grande impulso all'edilizia locale. Venne realizzata la Zona PEEP capoluogo, in cui molti lavoratori, sopratutto delle industrie, costituirono le prime cooperative edilizie per la realizzazione di alloggi per le proprie famiglie. Il paese venne dotato di modernissime infrastrutture: scuole, palestre, campi sportivi, poliambulatorio comunale.
Contemporaneamente anche la zona industriale subì un ulteriore incremento di opifici: nel 1982 se ne contavano 56 di industrie.
San Salvo divenne in quegli anni il paese più industriale d’Abruzzo, con il più alto incremento demografico tra i comuni del centro sud e tra convegni sul mondo del lavoro e battaglie politiche in campagne elettorali, divenne meta dei maggiori big della politica nazionale, del mondo sindacale e della scienza.
Ne arrivarono tanti di personaggi illustri a dar lustro al nostro paese: Amintore Fanfani, Benigno Zaccagnini, Luciano Lama, Flaminio Piccoli, Giulio Andreotti, Enrico Berlinguer, Giorgio Almirante, Gianni De Michelis, Rino Formica, Achille Occhetto, Ciriaco De Mita, Rosa Russo Jervolino, Franco Marini, Antonino Zichichi, Piero Fassino, Clemente Mastella.
E chi l’avrebbe mai detto che Sua Santità Giovanni Paolo II, sarebbe venuto in visita pastorale, il 19 Marzo del 1983, per celebrare il lavoro, operaio tra gli operai della Magneti Marelli e della SIV.
E chi l’avrebbe mai detto che il 21 Febbraio 1987 , il Presidente del Consiglio Bettino Craxi, avrebbe insignito il Comune di San Salvo del titolo onorifico di “Uno dei 100 Comuni della piccola grande Italia”.
E chi l’avrebbe mai detto che quella piccola cittadina sperduta tra le campagne, di circa 4.000 abitanti agli inizi degli anni ’60, sarebbe stata insignita nel 2007 del titolo di città dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
A pensarci oggi, quanta strada è stata percorsa insieme dagli antichi e nuovi sansalvesi.
Sicuramente tanta, in ogni campo: politico, sociale, sportivo, religioso.
E tanta ancora ne dovranno percorrere insieme i loro figli, in un mondo globale che muta continuamente volto, ponendo ogni giorno nuove problematiche, inimmaginabili sino a ieri.
Spesso mi è capitato di dover leggere in questi anni, analisi sociologiche in cui si sostiene che i sansalvesi, a seguito dell’industrializzazione, non posseggono un’identità univoca di popolo.
Nulla di più errato.
L’identità di un popolo non è mai statica, ma in continua evoluzione. E’ sempre frutto della sua storia, che il tempo inesorabilmente scrive. E’ la risultante di un lungo cammino, di lavoro e di solidarietà, di sudore e sacrifici, di gioia e di dolore, di speranze ed ambizioni, e di valori etici e morali condivisi.
E questo lungo cammino il popolo sansalvese lo ha compiuto, insieme, scrivendo pagine indelebili di storia quotidiana che oggi raccontano la nostra identità.
Ma allora chi sarebbero li salvanese?
Sono tutti coloro che hanno contribuito ad essere ciò che oggi siamo, insieme a tutti quelli che si sentono legati a questa terra da un cordone ombelicale impossibile da recidere, che amano questa terra dal profondo del loro cuore, anche se il destino li ha portati lontano, in un’altra parte del pianeta.
Sono questi le salvanése.