Ieri, novembre 1943 a Celenza sul Trigno, in Italia, oggi in Ucraina, nulla ha insegnato il passato. Io sono nato a novembre 1947, in uno Stato democratico e libero, anno della Costituzione promulgata inizio 1948. Guerra sbagliata ieri, sbagliatissima oggi. Ieri non c'erano cellulari, TV etc. oggi tutto in diretta.
La storia la scrivono chi la vive e la racconta bene. Oggi alcuni dicono non inviare le armi. Giusto. Altri dicono inviarli per far autodifendersi queste donne, mamme, ragazzi, uomini con bimbi che vedono, che autorganizzano in resistenza ai carrarmati, missili...,oltre ai viveri di prima necessità, vestiario, medicinali etc.
Mio padre partì per la sventurata e disastrosa campagna di Russia con le famose scarpe di cartone, mandato allo sbaraglio dal duce della nostra Italia, come ruota di scorta di Hitler. Sopravvissero in pochi e guarda caso rifocillati, vestiti, ospitati dai contadini russi, ucraini e passo per Kiev (da ragazzo trovavo sulle cartine geografiche). Avevano capito di essere stati mandati allo sbaraglio.
Gli alleati di allora, giovani anglo-americani e canadesi risalirono il nostro stivale; da noi passò la linea Gustav con morti, feriti, rifugi nelle cantine e un Paese semidustrutto. Mia madre con due piccoli a piedi verso San Giovanni Lipioni, come altri. Liberarono l' Europa, compreso i russi ad est. Mio padre, liberato a Norimberga ad aprile del 45, tornò a casa che pesava circa 35 kg. Stentavano a riconoscerlo gli adulti; noi figli pensavano fosse un estraneo.
Questa era la guerra, questa è la guerra. Putin la storia sarà ricordato come un Hitler, Mussolini e non come Gorbachev, che apri gli archivi, tanto che dalla Russia ci inviarono la notizia che mio zio Domenico, in avanguardia, catturato, prigioniero in concentramento, ritenuto disperso fino agli anni 90, era invece deceduto e seppellito in una fossa comune vicino Mosca, allegando la piantina del paesino dove riposa da 79 anni.
Manifestiamo e preghiamo per la Pace in Ucraina e in Europa.