La città ha dato voce a un messaggio chiaro: ciò che ferisce una donna non resta mai confinato nella sfera privata, ma attraversa case, strade e relazioni. “Maipiùsola” ha trasformato il cammino in un gesto visibile e condiviso.
Il corteo, promosso dal Consorzio Matrix insieme a Dafne ETS, Sportello Frida e Mamme in Salvo, con il sostegno dell’Ufficio Politiche Sociali, ha portato in strada tanti cittadini. Non uno slogan astratto, ma un segnale concreto: scegliere di esserci significa prendere posizione.
Un lungo serpentone di ombrelli rossi ha attraversato la Villa Comunale e il centro cittadino, offrendo un colpo d’occhio immediato e potente. Il rosso ha richiamato la memoria e il coraggio, il nero degli abiti ha rappresentato rispetto e consapevolezza. Due segni semplici, capaci di raccontare da soli la forza di un impegno.
Al centro della manifestazione, la riflessione più dura e necessaria: la violenza sulle donne è una barbarie che non appartiene alla cultura moderna e deve essere estirpata. Non è un fatto privato, non è un destino inevitabile, ma un problema sociale che riguarda tutti. Ogni gesto, ogni parola, ogni scelta quotidiana può contribuire a spezzare questo meccanismo e a costruire una società più giusta.
“Maipiùsola” ha ricordato che l’ascolto non è mai neutro e che sostenere chi ha vissuto la violenza è un dovere di tutti. Nessuna donna deve sentirsi sola: il corteo ha reso visibile questa promessa, trasformando le strade in un palcoscenico di responsabilità.
San Salvo ha mostrato che camminare insieme significa non voltarsi dall’altra parte, rendendo la città protagonista di un messaggio netto contro la violenza.
Servizio di Ercole d'Ercole
