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Celenza ha i numeri per conservare la sede della Continuità Assistenziale

Centralità, struttura e media più alta di prestazioni sanitarie

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La delibera di C.C. n. 3 del 25.01.2013, avente ad oggetto «Riordino del sistema sanitario regionale-servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) – soppressione del servizio nel comune di Celenza sul Trigno», riporta in sintesi l’intervento del dott. Fioravante Di Giovanni, direttore del Distretto di Base di Castiglione M. Marino, secondo il quale i dati finali relativi alle 5 guardie mediche presenti nel comprensorio Gissi-Castiglione M.M., per il periodo dal 1/1/2012 al 1/6/2012, evidenziano una media di 3,6 visite al giorno per tutte e cinque le guardie mediche (Castiglione M.M., Gissi, Carunchio, Celenza sul Trigno, Palmoli). Sono dati certi e obiettivi, nulla da eccepire. Ma quei dati, se analizzati e valutati per ogni singola guardia medica, sono molto eloquenti.

Solo la sede di Continuità Assistenziale di Celenza sul Trigno ha offerto per l’intero anno 2012 ben 1.596 prestazioni con una media giornaliera di 4.37, che va in aumento rispetto alla media giornaliera del periodo 1.1.2012/1.6.2012 che è di 4,20. 
La media delle prestazioni della sede di Celenza, raggruppamento minore per numero di abitanti, è quindi di parecchio più alta rispetto a quella delle altre sedi.
La Continuità Assistenziale di Celenza sul Trigno serve i comuni di Castelguidone, San Giovanni Lipioni e Torrebruna. Si deduce che il maggiore numero delle prestazioni della sede di Continuità Assistenziale di Celenza sul Trigno è dovuto alla presenza della RSA, che fornisce un servizio socio-sanitario a 25 pazienti ai quali cura quelle patologie che altrimenti dovrebbero essere curate presso l’ospedale San Pio di Vasto, distante 45 km. Ma Celenza sul Trigno e San Giovanni Lipioni, sempre con la gestione della medesima cooperativa Samidad, ospitano nelle loro strutture di RA altri 40 pazienti per un numero totale di 65 anziani “ad elevata comorbilità”. Il numero di 133 prestazioni al mese che la sede di Continuità Assistenziale di Celenza sul Trigno offre è da ritenersi elevato a fronte di una popolazione inferiore rispetto ad altri raggruppamenti. Questo è il dato eloquente che deve far riflettere.

Si comprendono le ragioni dei tagli operati dalla Regione Abruzzo ma, quando si afferma che non si accettano i calcoli aritmetici, è perché si insiste nella permanenza di un servizio che è utile e indispensabile. La spending review sanità significa innanzitutto analisi di ciò che è necessario e non può essere soppresso e ciò che non è più tollerabile nel rapporto prestazioni/costi.
La proposta di rimodulazione del dott. Zavattaro, Direttore generale della ASL Lanciano-Vasto, confortata anche dal parere del Comitato Ristretto dei Sindaci, andrebbe rivista proprio nella logica dei costi e delle prestazioni che giocano a favore della permanenza della sede di Celenza sul Trigno. A parte il fatto che il Comune di Palmoli potrebbe essere aggregato a Gissi, da cui dista meno di 15 km via San Buono, e che ha soltanto sei abitanti in più di Celenza sul Trigno (980/974), che senso ha una sede in un comune dal quale deve partire l’operatore sanitario per raggiungere i due comuni più lontani (Celenza e San Giovanni) bisognosi di interventi pressoché continui? Non rispetta la stessa logica la permanenza delle sedi di Continuità Assistenziale in Castiglione M.M. e Gissi? In proporzioni maggiori, d’accordo, ma quella è la logica: presenza di strutture socio- sanitarie, domanda di prestazioni, centralità. Celenza risponde a questi requisiti.

Anche la cooperativa sociale Samidad è scesa in campo per ottenere dal dott. Zavattaro un ripensamento della proposta di rimodulazione del servizio di Continuità Assistenziale in favore di Celenza sul Trigno, alla luce degli elementi obiettivi favorevoli.

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