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AL CIVETA SAN SALVO PERDE LA PRESIDENZA DELL’ASSEMBLEA DEI SOCI

LE CORDATE MARCOVECCHIO – ZINNI STRINGONO A TENAGLIA (DE NICOLIS) - MAGNACCA

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Il 4 luglio del '23 il Civeta è uscito dal commissariamento ed ha eletto i membri del Consiglio d’amministrazione e il presidente dell’assemblea dei soci (Comuni e comunità montana), a capo della quale è stato eletto il sindaco di Casalbordino Filippo Marinucci. Carica, quest’ultima, che in precedenza era sempre andata al sindaco di San Salvo. Infatti, a ritroso l’ultima presidente era stata Tiziana Magnacca, prima di lei il commissario Daniela Di Baldassarre e, prima ancora, Gabriele Marchese…Praticamente:

San Salvo (che in precedenza al Civeta aveva due presenze: una al Cda ed il presidente dell’assemblea) passa ad una sola, “prendendo” solo il membro del CdA, che è l’ex vice sindaco Angiolino Chiacchia;

Casalbordino (che in precedenza aveva solo una presenza in CdA) passa a due: l’avv. Maria Teresa Santini e il sindaco presidente Filippo Marinucci;

Cupello in Consiglio piazza l’ing. Giuseppe Silvestri, che probabilmente sarà eletto presidente (dai tempi di Panfilo Di Silvio, il presidente è sempre stato un cupellese, visto che l’impianto sorge sul territorio di quel Comune);

Scerni incassa un posto in Consiglio, con l’esperto Domenico Giuliani (e non ne aveva mai avuto uno);

Vasto incassa un posto in Consiglio, con la commercialista Paola Valentini (ne ha sempre avuto uno).

Monteodorisio perde il posto, ma viene “compensato” con un eco ristoro.

Villalfonsina non “prende” alcuna carica ed il sindaco si astiene.

Come è noto, contro il “nuovo” Civeta, nato per un accordo tra il presidente della Commissione territorio della Regione, Manuele Marcovecchio, il sindaco di Scerni, Daniele Carlucci, ed il sindaco di Vasto Francesco Menna avevano ricorso al Tar i Comuni di Casalbordino, Monteodorisio, Pollutri e Villalfonsina.

San Salvo inizialmente si era schierata coi ricorrenti e poi aveva cambiato posizione, senza ascoltare il “vecchio saggio” Alfonso Di Toro, il quale (da consigliere eletto con la maggioranza) aveva rivolto un pubblico “invito al sindaco De Nicolis a farsi promotore di un’azione risolutiva e collegiale con tutti gli enti consorziati col pre - esistente Civeta”. Probabilmente Di Toro aveva capito che se San Salvo si fosse isolata sia dalla cosiddetta cordata Marcovecchio che da quella dei dissidenti avrebbe rischiato una penalizzazione, che di fatto è arrivata con la perdita della presidenza dell’assemblea che ora è andata a Casalbordino. 

L’Amministrazione casalese, con la vice sindaco Carla Zinni (finora donna forte in Fratelli d’ Italia), si è messa a capo dei dissidenti dopo la giravolta di San Salvo. Ricordiamo che la prima riunione convocata dalla Regione era stata disertata dai sansalvesi (unico presente il consigliere Nicola Di Ninni, ma come collaboratore di Marcovecchio e non come capogruppo di…maggioranza), mentre sindaco e presidente del Consiglio comunale avevano partecipato alla riunione di Villalfonsina. Quindi, se chiamiamo la prima “cordata Marcovecchio” potremo chiamare la seconda “cordata Zinni” e concludendo potremmo dire che: 

“Marcovecchio – Zinni” battono “(De Nicolis) Magnacca” al Civeta, anche se la partita vera si giocherà alle regionali dell’anno prossimo, dove li (ri)troveremo tutti e tre come candidati del territorio: Manuele Marcovecchio In Forza Italia e Carla Zinni in Fratelli d’Italia insieme a Tiziana Magnacca, la cui conferenza stampa d’ingresso dovrebbe tenersi venerdì prossimo a Chieti.

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