Partecipa a IlTrigno.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

LA TRISTE FINE DI MARIA ANNA CAPECE, DUCHESSA DI CAPRACOTTA

La storia di Franco Valente

Condividi su:

A Capracotta non solo la guerra ha cancellato la storia antica del paese. Già nel 1799 qualcuno aveva provato a far sparire le tracce dei Piscicelli dal palazzo baronale di Capracotta.
.
Andiamo in ordine per capire cosa sia successo e per quale motivo lo scudo che sormonta il portale settecentesco dello Sci-club di Capracotta non contiene alcuna insegna araldica ma solo la data 1755.
.
Per capire di chi fosse lo stemma è bastato fare un piccolo ragionamento scorrendo la sequenza dei feudatari che hanno posseduto Capracotta. I
n particolare quelli del Settecento:
CAPECE PISCICELLI duchi di Capracotta.
Andrea Giuseppe (1646 -1684) comprò il feudo di Capracotta, divenendone 1° Duca il 29-10-1674. 
Giuseppe (1674 -1693) 2° Duca di Capracotta post 1680. 
Giacomo (1650-1711) 3° Duca di Capracotta dal 1693.
Giuseppe (1696-1755) 4° Duca di Capracotta dal 1711. 
Giacomo 1727-1777) 5° Duca di Capracotta dal 1755.
Giuseppe (1757-1773). 
Carlo (1758-1799), 6° Duca di Capracotta.
.
L’ultimo titolare del feudo di Capracotta era stato Carlo Capece Piscicelli. Alla sua morte, avvenuta nel 1799, la vedova Mariangela de Riso cedette parte del palazzo al suo amministratore Diego di Ciò.
Alfonso di Sansa ricorda che Stanislao Falconi, Avvocato Generale presso la Corte di Cassazione nel 1848, acquistò parte del palazzo direttamente dai Capece Piscicelli e, di conseguenza, per lasciare scolpita nella memoria collettiva questo storico passaggio, fece incidere sul portone d’ingresso, lo stemma della sua famiglia. 
.
Il palazzo poi fu ceduto al Municipio di Capracotta da Federico, figlio di Stanislao. 
Probabilmente in quella occasione fu ceduta anche la parte che era dei Di Ciò. Quella corrispondente all’attuale Sci-club che divenne comunale.
.
Proprio in questa parte sopravvive il pregevole portale che è privo degli attributi araldici.
La data 1755 non ammette equivoci e si riferisce all’anno in cui Giacomo, avendo ereditato il feudo di Capracotta, si insediò nel suo palazzo.
In quell’anno Giacomo, che aveva 28 anni, non era ancora sposato con Anna Capece Zurlo, quindi nel blasone non poteva ancora essere presente l’insegna dei Capece e, quindi, non era ancora diviso in due parti, come si vede in una parte quasi nascosta della navata laterali della chiesa dell’Assunta dove si conserva lo stemma modificato dei Piscitelli-Capece feudatari di Capracotta.
Si tratta dello scudo partito. Cioè diviso verticalmente in due parti.
In genere questi stemmi vengono esibiti in occasione dell’evento particolare del matrimonio del titolare del feudo. 
Reca nel campo di nero a destra (sinistra guardando) un leone rampante d’oro appartenente ai Capece. Quello di sinistra, dei Piscicelli, ha il campo di rosso e la banda cuneata d’oro e d’azzurro con una stella di oro nel capo in luogo del lambello.
A questo punto, osservando lo stemma nella chiesa, salta all’occhio una apparente stranezza. Il blasone dovrebbe mostrare l’emblema di Giacomo Piscitelli a sinistra e quello della moglie a destra. 
Giacomo Piscicelli era nato a Massa di Somma nel1727.  Quinto duca di Capracotta, aveva sposato Maria Anna Capece Zurlo (figlia del principe Giovanni Antonio e di Teresa di Capua dei duchi di San Cipriano) a Napoli nell’anno 1756.
Quando Maria Anna rimase vedova nel 1777 acquisì il titolo di duchessa di Capracotta e fu lei che fece inserire nella chiesa dell’Assunta lo stemma della propria famiglia Capece sulla sinistra mantenendo quello dei Piscicelli sulla destra per attestare semplicemente la provenienza del feudo per via ereditaria.
Purtroppo le cose non andarono bene per la duchessa di Capracotta.
Giambattista Masciotta  (sulla scorta di notizie acquisite da Mariano Ayala) riferisce che dopo la caduta della Repubblica Napoletana Maria Anna fu costretta nel 1799 all’esilio in Francia. Privata dei beni visse quasi in miseria a Parigi con il sussidio di un franco al giorno assegnatole dal governo francese.
In questo periodo le cose si fanno complicate per quanto riguarda il titolo nobiliare e la proprietà del palazzo, che sono due cose distinte.
Dal sito “Nobili Napoletani.it” ricavo che il titolo di duca di Capracotta sarebbe passato alla famiglia Piromallo a seguito di matrimonio celebrato nel 1804 tra la duchessa Beatrice Piscicelli (1781-1859), ottava duchessa di Capracotta , dopo la morte del fratello Antonio (1735-1839) e Giacomo Piromallo, che aggiunse al proprio cognome quello della moglie.
Parte del palazzo, invece, sarebbe stato acquistato da Diego di Ciò, amministratore degli ultimi eredi dei Piscicelli.
.
Dunque ho ragionevoli motivi per ritenere che proprio nel 1799 Diego di Ciò, nuovo proprietario del palazzo, abbia fatto cancellare dal portale l’antico stemma fatto scolpire da Giacomo Piscicelli nel 1755.
Ma non è facile cancellare la storia. Specialmente quando le pietre continuano a parlare…

Condividi su:

Seguici su Facebook