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UNA CAMPAGNA ELETTORALE IN SALITA E IN SOLITARIA

Il terremoto politico a destra originato dalla nota stampa dell’assessore Giammarco Travaglini

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Ieri mi hanno chiamato tre consiglieri regionali ed una candidata alle prossime elezioni e mi ha inviato un messaggio un consigliere dell’Arap. Benché di schieramenti diversi, tutti volevano sapere chi fosse Giammarco Travaglini e capire perché si fosse messo lui, assessore di centrodestra, ad attaccare l’Arap, Ente il cui presidente è un uomo di Mauro Febbo (di Forza Italia) ed il vice è una donna politicamente espressione addirittura del governatore Marco Marsilio (di Fratelli d’Italia) ed un altro Ente, l’Arap Servizi, il cui presidente è un uomo espressione politica di Sabrina Bocchino (Lega). In particolare uno di questi ha esordito dicendomi: “Tu che conosci tutti, fammi capire chi caxxo è sto Giammarco Travaglini, che si permette di attaccare Fratelli d’ Italia, Forza Itala e Lega messi insieme”.

Siccome, oltre che conoscere tutti, sono alquanto trasparente, riporto di seguito la risposta che ho dato ai quattro miei autorevoli interlocutori, peraltro di partiti diversi:

“Due sono le ipotesi da fare. Si scelga quella più consona. La prima è che la nota l’ha pensata e scritta Giammarco Travaglini. In tal caso non ci farei molto caso. E’ un bravo ragazzo, assessore di prima nomina, che sicuramente non conosce il presidente Giuseppe Savini e né la vice presidente Mariella Iommi e men che meno Nicola Del  Prete, ma soprattutto non sa quali siano i collegamenti di costoro coi rispettivi partiti. Se dunque la lettera è farina del sacco dell’assessore Travaglini, potremmo chiudere qui il caso, dicendo che la penna gli è scappata di mano.

La seconda ipotesi è che la lettera al ragazzo di cui sopra gli sia stata scritta dal leader politico del centro destra locale ossia Tiziana Magnacca, neo esponente di Fratelli d’ Italia e data per candidata alla Regione con il partito del Governatore e del Premier. In tal caso non potremmo dire che la nota, benché firmata da Travaglini, le sia sfuggita di mano. Dovremmo, dunque, chiederci perché la Magnacca, candidata in pectore,  decida di far adirare in un solo colpo Marco Marsilio, Mauro Febbo e Sabrina Bocchino (quest’ultima molto vicina al sottosegretario Luigi D’ Eramo).

COME LE E’ VENUTO IN MENTE DI TOCCARE I SANTI ??? 

L’argomento è stato trattato anche nel video da Stefano Moretti. E’ possibile che la presidente del Consiglio comunale di San Salvo stia somatizzando che la sua campagna elettorale sarà in salita ed in solitaria e che quindi  più che dalla comunità politica debba farsi apprezzare direttamente dall’elettorato. Del resto Marsilio ciò  che poteva darle (la candidatura) gliel’avrebbe già dato, ora sta a lei trovarsi i voti. E il problema potrebbe essere proprio questo: la Magnacca non può non sapere che ha molti nemici…elettoralmente parlando.

Infatti, girano voci che: a San Salvo un autorevolissima candidatura “blinderà” la sinistra, il cui elettorato la Magnacca era riuscito a penetrare nel 2017, arrivando al 67%; un'altra autorevolissima candidatura (che già alle ultime comunali le si era schierata contro) sarà nella coalizione di centrodestra. Dove già l’uscente Manuele Marcovecchio è sostenuto dai consiglieri comunali di maggioranza Alfonso Di Toro e Nicola Di Ninni, l’uscente Sabrina Bocchino è sostenuta dall’ex segretario Lega Vitale Torino e i candidati del suo partito Francesco Prospero e Carla Zinni (in tandem) sono sostenuti dai dirigenti locali di Fratelli d’ Italia. Al momento non si sa cosa faranno l’assessore Elisa Marinelli, iscritta al partito, e Giancarlo Lippis (che ne ha consentito l’ingresso in Giunta); un’altra autorevolissima candidatura “blinderà” l’elettorato del suo paese d’origine. 

MOLTI NEMICI, MOLTO ONORE ?

Può essere viste le 1300 preferenze dell’ultima tornata comunale, ma può anche essere che la Magnacca (sempre nell’ipotesi che sia stata lei a scrivere la nota, firmata dall’assessore Travaglini) a sto punto decida di puntare populisticamente all’elettorato con tematiche sensibili (come l’Arap), senza guardare in faccia ai maggiorenti politici. In tal modo il clamore mediatico (generato di simili terremoti) servirebbe a farla uscire dall’ isolamento politico concentrico.

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