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POPOLARI E CATTOLICI DEMOCRATICI: LE RAGIONI DI UNA PRESENZA

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La scenografia politica è ormai costituita da partiti del capo o da partiti gestiti da blindatissimi cerchi magici che provocano allontanamento e disillusione. I livelli di astensionismo sono sempre più alti lasciando spazio a minoranze di governo che rappresentano unicamente ristrette cerchie di interessi o di, sempre meno, convinzioni e appartenenze culturali e ideologiche.  Il disagio sociale, le difficoltà economiche crescenti, la paura come sentimento diffuso, lo scoramento e le incertezze sul futuro, la denatalità come simbolo della crisi di speranza, sono segni e sintomi di un momento storico che reclama una rinnovata presenza della tradizione popolare e cattolico-democratica. 

Si avverte da più parti il bisogno di un nuovo protagonismo del popolarismo che esprima una visione di futuro, consapevole del proprio ruolo e della propria capacità. Un’area laica, riformista e plurale che però persegue l’obiettivo centrale di rilanciare ed inverare nella cittadella politica italiana il patrimonio, straordinariamente moderno e contemporaneo, del cattolicesimo popolare e democratico. 

Con la vittoria di un centrodestra di governo, non più legato alla figura carismatica di Silvio Berlusconi, si è delineato uno scenario del tutto nuovo rispetto a quello degli ultimi 30 anni.  Ci sono due partiti in forte difficoltà – la Lega salviniana fortemente prosciugata  e surclassata dal partito cugino di Fratelli d’Italia e Forza Italia che ormai è, nonostante transfughi e trasferimenti di casacca, in caduta libera  alla ricerca di autori e di identità. Spicca la leadership di Giorgia Meloni che dimostra indubbie capacità politiche e programmatiche condite da un preciso posizionamento ideologico-culturale e un sano pragmatismo al limite dell’opportunismo.

Dall’altro lato abbiamo il PD, un partito che pur perdendo sistematicamente le elezioni si è trovato spesso in situazioni di governo e che oggi, all’opposizione e con la segreteria Schlein, sta spostando il suo baricentro in posizione diversa dalle origini ed è in corso un confronto interno che, molto probabilmente, lo allontanerà definitivamente dalle ragioni fondative delle origini. E abbraccia quelli della “sinistra per caso” dei 5 stelle, partito populista, qualunquista e demagogico che nato come antisistema ha governato con la destra cambiando strategia politica con una rapidità opportunistica impressionante. 

E’ in questo contesto, brevemente delineato, che pongo il tema delle ragioni della presenza pubblica di una cultura politica e sociale, quella del cattolicesimo popolare e democratico, oggi afona e vaporizzata al limite dell’insignificanza. Una tradizione ed una cultura politica che ha rivestito una importanza decisiva in tutti gli snodi più difficili della vita democratica del nostro Paese. In questo momento le vicende culturali, sociali, economiche e democratiche risentono della marginalità, sia a destra che a sinistra, della visione popolare e cattolico democratica. Marginalità certamente esperita nell’ ambito della politica organizzata. 

E non si dica ai Popolari e i cattolici democratici è riconosciuto un ruolo specifico e determinante all’interno dell’attuale Partito democratico, ridotti come sono alla concessione benevola di alcune candidature attraverso il meccanismo dei capo corrente che le elargisce ai suoi amici. I Popolari e tutto ciò che appresenta quella cultura sono, di fatto, marginali se non estranei a quel partito. Un partito che, del resto, assomiglierà sempre di più, come giustamente dice Luca Ricolfi, ad un “partito radicale di massa”. Sul versante del centro destra la presenza e il ruolo dei Popolari, almeno sino ad oggi, è sempre stata alquanto velleitaria e superficiale per ragioni simili a quelle sopra espresse, condite con una dose di ideologizzazione reazionaria e conservatrice su tematiche relative ai diritti civili e sociali. Ed è qui che ritengo esistano le ragioni profonde di una proposta che non è banalmente di “centro” ma che è profondamente rivoluzionaria, controcorrente e anticonformista in un contesto del genere. Una proposta assolutamente naturale, logica, necessaria e coraggiosa: dare voce e presenza ai Popolari in una dimensione Europeista e Riformatrice.

Occorre costruire un luogo politico, culturale, programmatico ed organizzativo per dare casa ad un mondo che non ha più una rappresentanza ed una voce. Partendo dall’ incontro di coloro che, pur abitando luoghi politici diversi di destra e di sinistra, che si impegnano nel civismo o che vagano nell’ astensionismo avvertono il senso di una mancanza e vivono un desiderio/bisogno di scendere nuovamente in campo. La forma migliore è quella associativa. Una associazione laica, riformista e plurale che ha come missione l’obiettivo di rilanciare ed inverare il patrimonio, straordinariamente moderno e contemporaneo, del cattolicesimo popolare e democratico. Non è più possibile pensare di annullare una cultura politica o di vaporizzarla rendendola invisibile 

Serve un atto di coraggio, serve essere “Ribelli per amore” del nostro Paese, della nostra gente, dei nostri territori, serve la convinzione che oggi è importante esserci perché è veramente in gioco il futuro all’interno di un cambiamento epocale. C’è una necessità urgente di dare voce e speranza ad un mondo che richiede a gran voce di essere nuovamente rappresentato. 


 

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