Bene hanno fatto i socialisti, nel manifesto di commiato all’architetto Giuseppe Carulli, a ricordare che era stato operaio prima di diventare architetto. Chi ha i capelli bianchi, infatti, ben ricorda quel giovane casolano, partito dalla contrada Guarenna, arrivato a San Salvo per lavorare alla vetreria (Siv, oggi Pilkington). Un giovane coi capelli lunghi che, alla metà degli anni settanta, amava confrontarsi con il parroco coetaneo (Don Piero, anche lui coi capelli lunghi al tempo) sui destini di quel mondo ancora in mezzo al guado che stava smettendo di essere contadino per diventare industriale. Ma Peppino in mezzo a qual guado ci sarebbe rimasto poco tempo, perché lavorando e studiando, era riuscito diventare architetto, anzi l’architetto (i tecnici allora erano per lo più geometri).
Da architetto, da neo architetto, il suo partito, che oggi lo ricorda con giustificato orgoglio, lo aveva indicato alla Commissione edilizia comunale. Dove restò a lungo, facendosi apprezzare per la sua correttezza professionale ed umana. Una correttezza che molto apprezzavano anche quei suoi primi clienti, ossia “quelli dell’Icea: i piccoli artigiani che, pure loro in quello stesso tempo, si trasformavano in imprenditori edili per dare le case a quegli stessi operai che popolavano le prime zone Peep.
L’architetto Carulli e quegli impresari andavano d’accordo; si capivano nei cantieri e nel suo studio, perché venivano dallo stesso mondo, in cui i successi si conquistavano con la fatica: Negli anni ottanta se dopo cena passavi davanti all’Ufficio di Gino Raspa trovavi la luce accesa e lo stesso se passavi davanti allo studio di Peppino Carulli. Lavoravano giorno e notte letteralmente, instancabilmente ed umilmente per accompagnare la crescita di san Salvo, ma non solo da un punto di vista urbanistico.
L’architetto Carulli non ha progettato solo case e palazzi, ma è stato, da tecnico, un vero punto di riferimento per tanti edili che hanno costituito per almeno un trentennio il tessuto socio-connettivo a San Salvo. Ad Aurelia, Chiara, Davide ed alla famiglia tutta, le più sentite condoglianze della nostra Redazione.