Una folta delegazione di metalmeccanici abruzzesi ha partecipato alla manifestazione di protesta svoltasi a Bruxelles insieme ai sindacati europei, contro le politiche dell'Unione Europea in materia di automotive. L’evento, che ha visto la partecipazione di migliaia di lavoratori provenienti da tutto il continente, ha avuto lo scopo di esprimere preoccupazione per le decisioni politiche che, secondo i sindacati, rischiano di minare l'occupazione nel settore automobilistico, un comparto vitale per molte economie europee, tra cui quella italiana.
La protesta ha avuto luogo in risposta alle normative e alle misure proposte dall'UE per accelerare la transizione verso la mobilità sostenibile, con particolare attenzione alla riduzione delle emissioni inquinanti e alla promozione dei veicoli elettrici. Sebbene queste politiche siano viste come fondamentali per la lotta contro i cambiamenti climatici, i sindacati denunciano che le trasformazioni rapide e non accompagnate da adeguate misure di supporto potrebbero comportare gravi perdite di posti di lavoro nel settore automotive, che coinvolge migliaia di lavoratori, tra cui numerosi metalmeccanici abruzzesi.
"Abbiamo deciso di scendere in piazza insieme ai nostri colleghi europei per difendere i diritti dei lavoratori del settore automobilistico e metalmeccanico", ha dichiarato Nicola Manzi Segretario Regionale UIL Metalmeccanici Abruzzo . "La transizione ecologica è importante, ma deve essere accompagnata da politiche che tutelino l'occupazione e che forniscano adeguati strumenti di riqualificazione per i lavoratori. Non possiamo permettere che migliaia di posti di lavoro vengano sacrificati in nome di una transizione che non tiene conto delle persone che vi sono coinvolte."
La manifestazione ha messo in evidenza le preoccupazioni di sindacati e lavoratori in merito ai piani di dismissione e riconversione degli impianti automobilistici, che rischiano di lasciare molti lavoratori senza una prospettiva di futuro. In particolare, si è discusso delle difficoltà che le fabbriche tradizionali, specialmente quelle che producono motori a combustione, potrebbero incontrare nell’adattarsi ai nuovi modelli di produzione richiesti dalla politica verde europea.
I metalmeccanici abruzzesi, come molti altri lavoratori italiani ed europei, hanno chiesto all'UE e ai governi nazionali di mettere in atto politiche industriali che garantiscano un vero e proprio piano di transizione giusta. Questo dovrebbe includere investimenti in formazione professionale, incentivi per le aziende che decidono di rimanere competitive nel settore, e misure di protezione per i lavoratori in caso di perdita del posto di lavoro.
"Non siamo contrari alla sostenibilità, ma chiediamo che la transizione verso un futuro più verde e innovativo sia equa e che non lasci indietro chi ha costruito il settore automobilistico europeo", ha aggiunto un altro sindacalista presente alla manifestazione. "Vogliamo un futuro in cui l'industria dell’automotive non solo diventi più ecologica, ma anche più inclusiva e giusta per tutti i lavoratori."
La protesta ha ricevuto il sostegno di numerose organizzazioni sindacali a livello europeo, che hanno sottolineato l'importanza di una solidarietà tra i lavoratori di tutti i Paesi membri, al fine di garantire che i cambiamenti economici e tecnologici non penalizzino i diritti sociali e occupazionali.
L'iniziativa di Bruxelles è stata un segnale chiaro e forte che i metalmeccanici abruzzesi, insieme ai loro colleghi europei, continueranno a lottare per la difesa del lavoro e per una transizione ecologica che non lasci indietro nessuno.
ED