CARUNCHIO - «Tanto hai quanto speri; più speri e più avrai» diceva San Pio da Pietralcina.
Ed è stata proprio la speranza il filo conduttore del pomeriggio del 13 luglio 2013, durante il quale, a Carunchio, si è svolto un incontro particolare e suggestivo.
Alle ore 17:00, nella grande Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, dopo il rosario, c'è stata, al centro della scena, una donna forte e devota: Maria Lucia Ippolito, madre di Matteo Colella, il bambino miracolato che ha portato alla santificazione di Padre Pio il 16 giugno 2002.
La chiesa era gremita di cristiani e cittadini, nonché di membri del Gruppo di Preghiera di Padre Pio di Aprilia e, in un generale clima di stupore e fede, le parole della madre sono risuonate solenni e preziose.
In un'ora colma di estasi, sono state riproposte le tappe di quel fatale 2000: la rarissima forma di meningococcica diagnosticata nel piccolo Matteo (di soli sei anni), il mancamento a scuola, la quasi certa e rassegnata morte del bambino ed infine, improvvisamente, barlume di luce nel buio, il miracolo di Padre Pio, dal profumo di rose.
Insomma: una parentesi religiosa di un certo spessore ed una storia di speranza, sullo sfondo di un paese intenerito e complice.