CARUNCHIO - «Siamo quello che mangiamo» diceva Feuerbach, filosofo il quale, già ai suoi tempi, aveva compreso quanto il cibo debba e possa influire sulla vita di una persona.
Ebbene, tenendo fede a questa massima e (perchè no?!) avendo assolutamente non vanamente creduto nella riuscita della manifestazione, si tirano le prime somme, al termine del giorno 20 luglio 2013, durante il quale si è svolta la prima delle due serate del Festival della ventricina del Vastese, nel verde comune di Carunchio, all'occorrenza, gremito di visitatori incuriositi e di produttori della regina dei salumi.
Alle ore 17:30, è stato dato il via con un convegno (Opportunità di sviluppo economico e sociale del territorio montano) dai toni amabilmente accesi e dalla fiducia nel territorio e nella ventricina e, a turno, si sono espressi l’assessore Regionale all’Agricoltura Mauro Febbo, il professor Giampaolo Colavita (Università degli Studi del Molise), l’onorevole Fabrizio Di Stefano, il sindaco di Carunchio Gianfranco d’Isabella, il sindaco di Guilmi Carlo Racciatti e il produttore Michele Piccirilli (Ventricina e dintorni).
Il tema centrale è stato un grido di speranza per la Regione Abruzzo, per i fondi cumulabili e ben spendibili, che dovranno essere investiti in qualcosa che il mondo intero non ha e desidera: i prodotti genuini, che si possono produrre solo in determinate aree, con determinata aria e determinate accortezze; tra questi prodotti, indiscussi, per l’assessore Febbo spiccano la ventricina e il tartufo.
E proprio su questi prodotti si deve puntare (testimonianza di una tradizione, che deve, però, sempre mescolarsi all’innovazione, come ricorda il professor Colavita), attraverso tenacia, messa da parte di ogni sorta di campanilismo e competitività e tornando a credere sull’Azienda, sull’Agricoltura e sui nuovi piani di sviluppo agrario.
Tutto questo è utile per ritrovare l’identità (altra parola chiave del pomeriggio rimembrata dall’onorevole Di Stefano) di una popolazione, perché solo attraverso l’identità (ben conosciuta e difesa) ci si può inserire in un contesto macroscopico e globalizzato.
Al termine della conferenza, i visitatori hanno degustato le specialità locali nei vari stand allestiti dai vari produttori di Carunchio (La genuina s.a.s, Il profumino tartufi, Azienda Agricola Il biancospino), Guilmi (Azienda agricola Antiche Grotte), Roccaspinalveti (Ventricina e dintorni, Azienda agricola La fattoria, Azienda agricola La Bruna), Fresagrandinaria (Salumificio Di Fiore Stefano), Montazzoli (Azienda Agricola La noce), Furci (Ventricine Racciatti), Carpineto Sinello (Macelleria Di Paolo), Castiglione Messer Marino (Boutique della carne), San Buono (Cantina Santo Bono), Altino (Associazione Peperone Dolce), Scerni (Salumificio fattorie del Tratturo), Sant’Angelo del Pesco (Salumificio Luca Lalli) ed è stato possibile munirsi di un ticket (da cinque euro o da dieci euro), per degustare, dove si preferisse, un piatto assortito di ventricina e formaggi. Tuttavia si potevano anche scegliere altri piatti presi separatamente o tutti inclusi nel menù ristorante (comprendente le tipiche pallotte formaggio e uova con ventricina, chitarra al sugo di ventricina e bocconcini di polpa di ventricina) preparato dalle quattro donne chef (Bruno Sonia, Bruno Luciana Francesca, Piccirilli Geltrude, Speranza Alessandra ) , le quali, sotto la guida di Pasquale Battista e Vito Piccirilli, hanno riportato nei piatti echi della tradizione.