Mi chiamo Giampaolo Gatti, disabile motorio affetto da spina bifida e costretto dalla nascita in sedia a rotelle, vivo a San Salvo in provincia di Chieti.
Scrivo alla sua redazione, come estrema ratio, visto che ho provveduto a mandare diverse pec nelle sedi nazionale e regionale dell'Inps , oltre al Comune di Vasto che è capofila del bando HCP, un servizio di Oss che da circa 10 anni mi mette a disposizione una Oss che viene a casa e mi aiuta nella igiene personale, per denunciare un disservizio.
Dallo scorso 30 giugno scorso il sottoscritto, come altri migliaia di disabili dall’oggi al domani si ritrovano senza servizio Oss, nel mio caso, servizio essenziale per quanto mi riguarda, perché ho dei genitori anziani che oramai fanno fatica ad occuparsi appieno di me.
Trovo inconcepibile, quasi al limite della fantascienza che, a tutt’oggi la piattaforma dove si effettuare la scelta dalla Oss sia bloccata, non so il motivo e francamente neanche mi interessa.
Si parla tanto di welfare, di “dopo di noi”, ma sono solo chiacchiere che stanno a zero siamo un paese rigorosamente scritto con la minuscola pieno di belle parole ma zero fatti!
Trovo squallido che una persona che già combatte con i suoi problemi tutti i giorni, sia costretta ad arrivare ad iniziative come questa per farsi sentire, quasi ad elemosinare ciò che sarebbe un diritto acquisito e lo Stato stesso dimentica di riconoscere.
Un Paese degno di questo nome dovrebbe preoccuparsi delle necessità di ogni cittadino, dal ricco al povero, ma nella realtà non è affatto così.
Un Paese degno di questo nome non dovrebbe mettere in difficoltà, famiglie che già hanno le loro ma che nel bene o nel male cercano di non far mancare nulla ai propri cari.
Un Paese degno di questo nome si scuserebbe con le migliaia di uomini e donne per il danno arrecato e non li lascerebbe alla deriva senza risposta alcuna.
Questo non si chiama Welfare, questo io lo chiamo menefreghismo!
Spero vivamente che questa mia lettera sia pubblicata affinché chi di dovere si metta una mano sulla coscienza e ripristini in modo definitivo questo servizio, che nelle intenzioni è lodevole, ma non sempre è a pieno servizio e chi ne va di mezzo siamo noi disabili insieme alle nostre famiglie.