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Profughi e comunità locali, i sindaci: «Offrire leale collaborazione al governo»

D'Isabella: «Auguro a questi giovani che possano avere le stesse opportunità dei miei figli»

redazione
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La giornata dedicata all'integrazione (il 13 febbraio, leggi) si è conclusa con la testimonianza dei quattro sindaci che attualmente hanno un centro d'accoglienza sul proprio territorio.

GIUSEPPE MASCIULLI - Il sindaco di Palmoli ha ricordato come quella del suo comune sia una storia contraddistinta dall'integrazione già nel passato. Attualmente gli immigrati sono ospitati in un ex convento del 1300. «Questa struttura - ha sottolineato Masciulli - ha accolto i membri di un ordine religioso della Spagna che si rifugiò in Italia per sfuggire alle persecuzioni. Nel passato più recente, 1997, ospitammo 80 albanesi arrivati sulle coste dell'Adriatico».
A Palmoli - a differenza degli altri casi del Medio e Alto Vastese - gli immigrati sono ospitati in una struttura pubblica. Circostanza, questa, che rappresenta anche un introito per il Comune, considerato che Matrix paga un affitto e ha reso agibile a proprie spese l'edificio.

La proposta arrivata dal consorzio di cooperative ha lasciato perplesso in un primo momento l'ammistrazione di Palmoli, come ammette Masciulli: «La richiesta ci ha colti di sorpresa e impreparati. Quando parliamo situazioni a noi lontane nessuno è razzista, poi da vicino hai a che fare con cittadini impauriti e alle prese con mille dubbi (guarda il video). Non è stato facile prendere una decisione in questo senso».
A prevalere, alla fine è stato il senso di lealtà: «Un'amministrazione comunale non può dire "No" al Prefetto, ma deve offrire leale collaborazione a chi rappresenta il governo sul territorio. Non si possono costruire carriere politiche speculando sulle paure della gente come ha fatto qualche altro sindaco».

«Nel nostro caso - ha continuato Masciulli - abbiamo fatto capire a Matrix che gli immigrati non stavano arrivando in un villaggio vacanze. Abbiamo fissato delle attività per evitare l'ozio, uscite fino alle ore 22 e a scaglioni per non stravolgere la vita del paese. Grazie al rispetto reciproco oggi non ci sono problemi. Devo dire, però, che le istituzioni sono state ampiamente superate dall'umanità delle persone; grazie a questo si è instaurato un clima di collaborazione».

LUCIANO PILUSO - Il centro di accoglienza di Schiavi d'Abruzzo ha aperto qualche settimana fa all'interno di un albergo in disuso. Un'apertura preceduta da polemiche e contestazioni soprattutto da parte di cittadini romani originari del piccolo comune abruzzese.
Il sindaco Piluso: «Nel nostro caso è ancora un'esperienza agli inizi, ma finora non ci sono stati problemi. Come gli altri sindaci ritengo che l'integrazione sia una risorsa per le zone interne per crescere insieme. I contrari sono soprattutto persone che vengono in ferie per 10 giorni all'anno a Schiavi d'Abruzzo e vorrebber amministrare il paese. Questo tipo di immigrazione non ha nulla a che vedere con ciò che accade nelle grandi città. Penso che chi oggi è contrario quando toccherà con mano questa realtà dovrà ricredersi».

GIANFRANCO D'ISABELLA - Anche a Carunchio gli immigrati sono in un ex albergo. Il sindaco D'Isabella sottolinea come quello dell'immigrazione non sia un fatto nuovo anche nel suo paese: «L'accoglienza è un atto dovuto. Carunchio è da tempo alle prese con il tema su aspetti pratici. Nelle nostre scuole le classi spesso si completano grazie ai figli degli immigrati. Abbiamo avuto un parroco del Ruanda e quello attuale è indiano. Un altro indiano, da quello che mi risulta, fa il panificatore a Schiavi d'Abruzzo». 
«Io penso - ha continuato il primo cittadino - che questa sia un'opportunità per il territorio. Noi amministratori abbiamo fare da cuscinetto con la popolazione. Auguro a questi giovani di realizzare i propri sogni e che possano avere le stesse opportunità dei miei figli».

CARLO MORO - A concludere è stato il sindaco di Lentella (dove il centro d'accoglienza è in un agriturismo, leggi) che ha annunciato una novità: «Stiamo mettendo a punto con il Prefetto un protocollo d'intesa per impiegarli nei lavori socialmente utili. Anche Lentella da qualche anno si è già dedicata all'accoglienza con una casa famiglia. Un aspetto che vorrei sottolineare è che spesso parliamo di ragazzi diplomati e laureati, quindi che hanno anche determinate professionalità. Infine vorrei ricordare che se un privato e il Prefetto si mettono d'accordo, un sindaco non ha nessun potere. Mi fanno ridere quei sindaci che dicono che non li vogliono».
Infine un invito a Matrix: «Credo sia giusto nei confronti delle popolazioni locali, organizzare convegni simili anche all'interno del Vastese».

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