Una coppia che si trovava a Liscia per motivi di famiglia ci ha raccontato i terribili momenti che ha vissuto nella giornata dell’incendio.

"A detta di molti del paese l’incendio è partito intorno alle ore 22 del 16 settembre in più punti e da valle questi focolai sono saliti a monte per via del vento.

Intorno alle 3.00 del mattino il fuoco è diventato preoccupante e si sono allertate tutte le forze dell’ordine (vigili del fuoco, corpo della forestale e protezione civile).

Molti uomini hanno osservato orari di lavoro no-stop. A ora di pranzo eravamo barricati in casa con delle mascherine che comunque non riuscivano a non farci sentire gli odori dell’incendio: l'aria era davvero irrespirabile.

Ricordo il caldo, lo schioppettio del fuoco, il rumore del vento che favoriva il dilagarsi delle fiamme, sembrava davvero un inferno senza fine. Le abitazioni più esterne al paese sono state evacuate.

Tutto è andato distrutto: la pineta, dove spesso gli abitanti del paese si recavano per fare un pic nic e per respirare aria pulita, vigneti e uliveti. E anche il ristorante di Giuseppe (i 5 Tigli) che era diventato un importante punto di riferimento per  Liscia e che poteva vantare un “Consigliatissimo” su  Tripadvisor, è andato distrutto “.

Ci hanno poi accompagnato  nei luoghi dell’inferno e nel ristorante dei "5 Tigli". Abbiamo incontrato il gestore della struttura che ci ha raccontato che le fiamme sono arrivate dai campi da tennis.  All’inizio, egli ha provato a spegnere il fuoco con il tubo dell’acqua ma le fiamme avevano raggiunto  i 10 metri di altezza. In pochissimo tempo tutto ha cominciato a bruciare: impianti elettrici, cucina, tavoli, banconi, suppellettili. 

Sul luogo sono poi sopraggiunti il Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato Livia Mattei , il vicecomandante Marcello Palanza e il vicesindaco del comune di Liscia Antonio Di Santo per fare il punto  della situazione e identificare i danni. Il fuoco ha circondato il paese che per fortuna è stato risparmiato da questo inferno.

Foto e riprese di Maria Napolitano

Montaggio di Angela Menna