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L'ACQUA ALLA DIGA DI CHIAUCI POTEVA BASTARE PER GARANTIRE IL MINIMO VITALE

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Siamo in assoluta emergenza per la carenza d'acqua nel vastese. Nella regione Abruzzo, ad esclsuione dell'Aquilano dove da giorni imperversa un incendio doloso che sta distruugendo tutto con danni ambientali ed economici incalcolabili, il vastese è il territorio dove più su stà pagando un dazio elevatissimo per la mancanza d'acqua.

Come solitamente accade si è alla ricerca deir esponsabili e delle responsabilità verso le quali puntare il dito per il discredito da alimentare tra la pubblica opinione. Adesso andrebbe saggiamente gestita con  oculatezza l'emergenza in cui ci troviamo così da ridurre il più possibile i disagi tra i cittadini e cercare di non arrecare ulteriori danni al comparto agricolo già da sè vessato da un andamento stagionale incerto, dai ripetuti danni prodotti dai cinghiali e da prezzi di mericato dei prodotti sempre incaduta libera per nulla remunerativi.

Passata l'eemrgenza è chiaro che chi ha sbagliato paghi e se ha responsabilità dirette nella cattiva gestione che c'è stata ne tragga le logiche consguenze lasciando la postazione ricoperta a chi è più capace. Ovviamente la situazione del vastese dipende per intero dal mancato accumulo dell'acqua alla diga di Chiauci quando si è sciolta la neve, per il ritardo temporale nell'alzare le paratie di contenimento e nell'aver rilasciato nei mesi di Aprile, Maggio e Giugno più acqua del necessario al fiume Trigno così che tanta è scorsa liberamente al mare senza un possibile utilizzo successivo per i fini agricoli, civili ed industriali. Probabilmente chi ha deciso che così doveva andare sperava in una stagione estiva con temperature diverse e con qualche pioggia in più che non c'è stata.

Adesso nonc iresta che sperare nel buon Dio che faccia presto piovere e noi, poveri mortale imprecare che presto accada qualcosa di positivo.

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