Mai come negli ultimi tempi in Italia sono forti e laceranti le passioni che su tutte domina l’Odio, meglio ancora l’odio reciproco, carattere peculiare e specifico del carattere italiano. Il suo prendere a volte la forma dell’invidia oppure della menzogna costruita ad arte( fake news docet), altre volte quella della rissosità o magari della truffa oppure l’ingiuria gratuita che di solito viene realizzata da chi stà molto più in basso nella scala valoriale sociale , economica e culturale( cioè spesso quelli/e che sparlano sono puttane, straccioni e ignoranti). Dopotutto una volta l’odio finiva al bar dello sport adesso imperversa sui social, attraverso gli studi televisivi< dopotutto una isola di famosi o un grande fratello senza ingiurie o offese o tradimenti in diretta non si giustificano>. Trascorriamo il tempo rivendicando con rancore, che Spinoza bollo come “ passioni tristi”, diritti di casta e altro che somigliano a privilegi e solo la forza può assecondare.
Il libro che racconta velatamente questa realtà di oggi è l’inferno di Dante “i personaggi danteschi che si odiano l’un l’altro”. E’ gente votata all’autodistruzione che si disprezza, si irride e si insulta. Nomenclatura di traditori, falsari, assassini che troviamo nella parte finale dell’Inferno dantesco impersonata meglio di tutti dal Conte Ugolino, che odia a tal punto l’arcivescovo Ruggieri da addentargli orribilmente il cranio. Forse quel libro è lo specchio della politica italiana del trecento, la guerra tra guelfi e ghibellini, fondata sulla contrapposizione violenta e sulla impossibilità della sintesi.
L’oggi è sotto gli occhi di tutti. Su uno scenario dominato dal velletairismo verbale, dalla pusillanimità individuale e dalle aggressioni irrazionali, cresce l’irresponsabilità politica. Oggi stiamo facendo l’errore dantesco che non riusciva positivamente a pensare o immaginare un universo in cui guelfi e ghibellini, portatori di interessi contrapposti, trovino il modo di mettersi d’accordo in una sintesi politica superiore.
“Noi” dobbiamo diventare macchiavellici nella forma e nella sostanza, nella forma non dando più peso ed importanza alle falsità odiologiche anzi combattendole ovunque, nei bar, sui social eccetera.
Nella sostanza contrapponendo all’odio che è una estremizzazione del conflitto ed è la sua forma patologica che ti fa uscire dal realismo politico e ti fa entrare nella malattia mentale di cui in Italia adesso ne vediamo le conseguenze aberranti, una guida della società più sobria e pudica facendo diventare la nostra Repubblica un luogo ameno e pacificato nel quale si costruisce, si aiuta, si sorregge e si sostiene chi? Tutti !!! Italiani e non italiani, bianchi neri e gialli, gente del nord e gente del sud, cioè i popoli!!!