È la domenica chiamata "gaudete", la domenica della gioia.
La Parola di Dio invita a non lasciarci sopraffare dall'angoscia. Certo, ne abbiamo tutti i motivi guardando il nostro mondo, vedendo le innumerevoli ingiustizie. Come non essere tristi e angosciati di fronte a tanta violenza? Eppure siamo invitati a gioire. Non è questione di ottimismo: è l'avvicinarsi del Natale il motivo della nostra gioia. Non siamo più soli, il Signore viene accanto a noi. La liturgia interrompe la stessa severità del tempo di Avvento come a farci pregustare il Natale. Tutto nella liturgia si fa invito pressante perché ognuno si disponga ad accogliere il Signore; perché ognuno si sollevi dal sonno dell'egoismo e dall'ubriacatura dell'orgoglio per andare incontro a Gesù.
Restano pochi giorni al Natale e il nostro cuore è ancora distratto e impreparato. L’evangelista Luca scrive che tutto il popolo era nell'attesa del Messia, di Colui che avrebbe cambiato la vita, che avrebbe liberato gli uomini e le donne dalle schiavitù di questo mondo. Per questo molti lasciavano le loro città per recarsi nel deserto ed incontrare Giovanni Battista. Anche noi abbiamo lasciato le nostre case per partecipare alla S. Messa. E Giovanni Battista, in certo modo, continua a parlare con lo stesso vigore, con la stessa forza di cambiamento, che aveva nel deserto accanto al fiume Giordano. Assieme a quella folla di uomini e di donne, assieme a quei soldati e a quei pubblicani, ci siamo anche noi e, con loro, chiediamo: "Che cosa dobbiamo fare per accogliere il Signore che viene?".
Giovanni risponde con semplicità e chiarezza proponendoci tre strade da seguire: 1. La “condivisione”:superare la logica dell’individualismo per abbracciare quella del dono. "Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto".Quindi è la carità la prima risposta.
2. L’onestà: essere giusti, rispettosi. Imparare a ringraziare per ciò che si ha, a non pretendere nulla più del necessario e questo per vivere nella giustizia;
3. Il rispetto delle persone: avere tenerezza e compassione gli uni degli altri. Non è necessario fare cose straordinarie, ma fare bene le cose di ogni giorno.
Dice bene a riguardo S. Paolo ai Filippesi: “Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!”. Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù”.
Apriamo il nostro cuore, attraverso l’ascolto della Parola di Dio, e saremo pronti all’incontro con Gesù.