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Cbi di Gissi, avviata la procedura di licenziamento collettivo per i 31 lavoratori

Gli assessori regionali Febbo e Paolucci convocano un incontro con sindacati e società per martedì

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Tensioni, proteste, scioperi, presidi: a nulla sono serviti per risolvere positivamente il futuro dei lavoratori della Cbi di Gissi, sul quale pare essere stata messa la parola “fine”. La proprietà dell’industria della Val Sinello ha avviato infatti la procedura di licenziamento collettivo per i 31 dipendenti stabili della ex Chicago Blowers.

Procedura che soltanto una decina di giorni fa era stata decisa dalla sede centrale di Monza per meno della metà dei lavoratori, circa 14, per far fronte agli elevati costi di mantenimento del sito. Poi, nelle scorse ore, è giunto il provvedimento ancora più drastico e drammatico che pone davanti a un baratro i 31 dipendenti dello stabilimento gissano, considerato un’eccellenza del territorio per la sua produzione trentennale di ventilatori e aspiratori industriali esportati su scala globale, dati i suoi stabilimenti presenti, oltre che a Monza e Cambiago, anche in Belgio e in India.

I precedenti e faticosi dialoghi tra Regione, proprietà e sindacati si erano fatalmente e unilateralmente interrotti da mesi per volere della proprietà, costringendo i lavoratori a subire un silenzio assurdo, una tensione sempre più crescente e a porsi ancora più pressanti e inquietanti interrogativi sul loro futuro già abbondantemente oscuro. Oltre al pacchetto di scioperi e al presidio permanente, a nulla sono valsi neanche gli interventi delle istituzioni competenti, con la vicenda che a giugno era anche approdata in Consiglio regionale. Intanto l’assessore regionale per le Attività produttive Mauro Febbo e quello per la Programmazione economica Silvio Paolucci, hanno convocato un incontro tra le parti fissato per martedì 10 settembre, che si spera possa contribuire a fare doverosa chiarezza e a salvare quanti più posti di lavoro possibile.

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