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Ritrovati resti di un aereo bimotore tedesco nei pressi di Castiglione Messer Marino

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L’8 gennaio del 1944 un velivolo bimotore tedesco Messerschmitt, con a bordo il pilota Helmut Atzler e l’operatore radio Willi Ehrard, partì alle ore 10:00 da Perugia per una ricognizione fotografica marittima sull’Adriatico, l’obiettivo della missione era quello di individuare navi mercantili alleate che si stavano avvicinando alla costa italiana. 

Quaranta minuti più tardi, mentre sorvolavano la città di Ortona a circa ventisettemila piedi, l’aereo fu improvvisamente attaccato da un aereo inglese uno Spitfire, apparso inaspettatamente davanti ai loro occhi. 

Il tenente Robert Henderson, pilota del caccia inglese del 92° Squadron RAF, riuscì a mettere fuori uso i due motori dell’aereo nemico. Il pilota tedesco non poté far altro che planare e tentare un atterraggio di emergenza. Il Messerschmitt prima di impattare con il suolo colpì diverse cime di alberi e innumerevoli furono quelli divelti. L’impatto avvenne in una zona montuosa poco distante da Castiglione Messer Marino, piccolo paese in provincia di Chieti. Il pilota morì sul colpo, l’operatore radio invece, seppur stordito dalle ferite sulla testa e altre parti del corpo, riuscì a trascinarsi fuori dal relitto prima che le fiamme avvolgessero completamente l’aereo. Una piccola casa colonica nelle vicinanze gli sembrò un ottimo rifugio ove nascondersi per sottrarsi alla cattura delle truppe alleate che però non tardarono a scovarlo. 

Mario Rainaldi, 29 anni, giovane architetto innamorato della ricerca storica mentre era intento a raccogliere informazioni per le sue indagini riguardanti incidenti aeronautici avvenuti nella sua regione durante il secondo conflitto mondiale incontra casualmente sul luogo dell’impatto, un trentenne che si aggira con attenzione e curiosità, osservando meticolosamente il terreno e chiedendo informazioni ai pastori incontrati nelle vicinanze. Mario prova a parlare con lui in inglese e scopre che il giovane sta cercando i resti di un aereo caduto durante la seconda guerra mondiale. Il suo nome è Danilò, nipote dell’operatore radio Willi Ehrhard schiantatosi in quel punto ben 75 anni fa. E’arrivato in Italia con il preciso scopo di reperire informazioni e recuperare parti dell’aereo. Mario Rainaldi cerca di fargli capire che è necessario avvalersi di esperti per effettuare ricerche di tal genere e gli parla dell’Associazione “History Hunters – Gustav Line” che con grande passione, capacità, competenza e attrezzature di alto livello tecnico, svolge questo tipo di esplorazioni, gli promette che li contatterà e andrà sul posto insieme a loro per una più attenta, seria e professionale ricerca al fine di poter recuperare ed esporre i reperti in un museo pubblico. 

Cosi è avvenuto nella scorsa estate innumerevoli resti vengono fuori, pezzi della cabina di pilotaggio, parti del motore, frammenti di plexiglass, una parte dello stivale del pilota e altro. 

La ricerca non si arresta, l’architetto nel proseguo delle indagini cerca informazioni sulla famiglia di Robert Henderson, responsabile dell’abbattimento del velivolo tedesco, al fine di poter organizzare un incontro tra le due famiglie. Si rivolge al quotidiano Helensburgh Heritage, il quale offre il suo aiuto. Donald Fullarton, contatta il nipote di Henderson (il pilota alleato) tramite e-mail formulandogli la richiesta. L’incontro, con relativa stretta di mano tra i due nipoti, non avverrà. Un categorico rifiuto è la risposta dell’inglese. Danilò qualche giorno fa è tornato in Italia per una vacanza insieme alla sua ragazza, ha approfittato per vedere i resti del velivolo di suo nonno. Si è incontrato di nuovo con il ricercatore italiano davanti a un buon caffè, Mario gli mostra il suo libro pubblicato un mese prima “Le Aquile sul Sangro” che racconta le vicende aeronautiche raccolte dal giovane e ovviamente anche la storia del nonno di Danilò. Il tedesco sorpreso ed entusiasta promette il suo ritorno in Italia il prossimo anno per continuare la ricerca e per trovare il luogo di sepoltura del pilota Helmut Atzler ad oggi ancora sconosciuto.

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