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22 gli anni di una Serie A senza la Salernitana

Un viaggio alla (ri)scoperta di quella magica stagione targata 1998-1999

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“Il tempo passa davvero velocemente senza che nemmeno ce ne rendiamo conto”. Passateci questa frase fatta ma è l’unica proposizione che ci viene in mente quando pensiamo a come i successi sportivi, così come gli affari relativi alla vita terrena, un giorno sembrano così attuali e il giorno dopo sono invece così lontani. Sembrava ieri quando la nostra Salernitana, dopo decenni di assenza, ri-esordiva orgogliosa in Serie A, eppure sono trascorsi praticamente 22 anni da allora! Correva la stagione calcistica 1998-1999 e i granata, dopo avere stravinto il torneo di B, si affacciavano nuovamente al calcio che conta. L’entusiasmo in città, lo ricordiamo ancora adesso, era alle stelle e la società non vedeva l’ora di rimettersi alla prova con una realtà calcistica con cui non aveva avuto storicamente troppo poco a che fare. Se i più “cinici” ricorderanno di quella stagione la sola retrocessione della formazione in cui militavano giocatori che divennero calcisticamente importanti tra cui Gattuso, Di Vaio, Del Grosso e Ametrano, i più romantici tenderanno al contrario a non scordare le soddisfazioni che siamo riusciti a toglierci superando team di prima fascia come l’Inter. Era l’undicesima giornata di ritorno e i ragazzi allenati da Delio Rossi riuscirono nell’impresa di vincere per 2 a 0 contro i nerazzurri. Ma quella non fu l’unica gratificazione che ci offrì quella Salernitana.

Vittorie contro Lazio e Juventus e una difficile retrocessione

Che annata quella del 1998-1999 per la Salernitana che muoveva, dopo tempo immemore, i primi passi nel massimo campionato di Serie A. Abbiamo dovuto imparare a camminare alla svelta, e in alcune occasioni siamo anche riusciti a correre: ricordiamo, come se fosse ieri, quel torneo in cui arrivammo sì quart’ultimi ma fummo anche in grado di battere la Lazio all’andata e addirittura la Juventus al ritorno. Rammentiamo poi con tanta gioia quella partita con la grande Roma che portò la leggenda Totti a segnare uno dei suoi primi goal che lo avrebbe trasformato ben presto in un idolo indiscusso del calcio mondiale. Era il 12 settembre del 1998, prima giornata di campionato, e un giovane Pupone realizzò una bellissima rete da fuori area che ancora oggi non scordiamo. I giallorossi vinsero 3 a 1 quell’incontro che secondo noi fu uno dei più importanti per il piccolo Francesco perché da lì in poi cominciò a far vedere agli amanti del pallone di che pasta era fatto. Certo, quel torneo ci ha regalato non solo gioie ma anche dolori come il 6 a 1 rimediato con la Lazio all’Olimpico, oppure il 4 a 0 subìto con la Fiorentina. Il punto più basso fu ovviamente toccato con la retrocessione che fu conseguenza, a nostro avviso, della poca attitudine dei nostri seppur buoni player, di cui vi abbiamo fatto sopra menzione, a giocare con quell’attenzione e con quella malizia che servono per restare nell’Olimpo delle grandi del calcio nostrano. Da noi, 22 anni fa, giocava anche un certo Fresi (non uno qualunque) che poi approdò nell’Inter dei primi anni 2000, ultimo momento storico nefasto a tinte nerazzurre prima dei grandi trionfi che sarebbero arrivati di lì a un lustro di distanza.

Con la Salernitana di oggi si può tornare a sognare?

La Salernitana odierna sta studiando sodo per provare a tornare in Serie A. I granata di questa stagione sono pronti quantomeno a giocarsi i playoff, estremamente alla portata visti i bei risultati ottenuti da agosto fino a febbraio. L’arrivo di Ventura sulla panchina della squadra per cui tifiamo, checché dell’ex allenatore della Nazionale italiana di calcio se ne dica tutto il male possibile, ci rincuora assai. La sua esperienza e il suo credo calcistico, un 4-3-1-2 dove risultano fondamentali sia i due terzini di spinta sia il trequartista, aiuteranno la formazione a crescere. Lo sussurriamo a bassa voce ma provate a pensare se la Salernitana, grazie a un’ottima post-season, riuscisse ad agguantare la Serie A? Al di là della gioia incontenibile dei tifosi sarebbe anche una grossa soddisfazione per mister Gian Piero viste tutte critiche ricevute, e non ancora superate, relative a quella maledetta partita dell’Italia persa a San Siro con la Svezia.

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